La Nuova Sardegna

Peste suina, obiettivo quasi raggiunto. Ma la battaglia non è ancora finita

Peste suina, obiettivo quasi raggiunto. Ma la battaglia non è ancora finita

A Sassari una vertice per fare il punto sulla diffusione dle morbo in Sardegna

20 settembre 2018
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SASSARI. Una riunione per fare il punto sulla peste suina, in particolare sulle azioni di controllo in atto per evitare la diffusione del morbo e in Sardegna e la situazione preoccupante in cui si trovano alcuni paesi dell’Unione europea che devono affrontare la comparsa della malattia dei maiali. L’incontro si è svolto a Sassari nella sede dell’Ats Sardegna: presenti i responsabili dei servizi veterinari impegnati nel piano per l’eradicazione della Psa, coordinato dall’Unità di Progetto regionale. Francesco Sgarangella, responsabile Ats sulla peste suina, si è soffermato sul lavoro svolto dai servizi veterinari a cui è stato affidato il compito di controllare le oltre 15mila aziende suinicole sarde verificando la conformità alle norme sull’anagrafe suina, l’identificazione dei capi, la bio-sicurezza degli allevamenti e il benessere animale per poi assegnare la qualifica sanitaria di azienda certificata per la Psa.

«Nel biennio 2017/2018 i veterinari dell’Ats Sardegna hanno controllato oltre 15mila aziende suinicole e hanno effettuato centinaia di controlli sulla filiera agro-alimentare, sulle macellazioni, sulla trasformazione e sulla commercializzazione dei prodotti – ha dichiarato Sgarangella – L’obiettivo di questa imponente azione sanitaria è quello di mettere in sicurezza gli allevamenti dal virus della Peste suina africana che purtroppo continua a circolare nei cinghiali e negli animali bradi, anche se in misura molto ridotta rispetto al passato. Bisogna assolutamente incentivare la bio-sicurezza per ridurre i fattori di rischio che determinano la persistenza del virus nell’isola. Un risultato che si può ottenere soltanto grazie alla collaborazione degli allevatori, dei cacciatori e degli operatori del settore alimentare che tanto si sono spesi in questi anni e che dobbiamo ringraziare per la loro disponibilità».

Il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna, Alberto Laddomada, ha descritto lo stato di diffusione del virus della Psa nei paesi dell’Unione europea: «Mentre in Sardegna il numero dei focolai cala di anno in anno, nei paesi orientali dell’Ue si registrano nuovi casi di diffusione della Peste suina africana. Attualmente la presenza del virus è molto sentita in Polonia e in Romania, mentre in Belgio sono stati ritrovati, nei giorni scorsi, alcuni cinghiali infetti. Si tratta di un quadro che se da un lato sottolinea la qualità del lavoro fatto in questi anni in Sardegna, dall’altro porta a un aumento della tensione attorno alla malattia, tensione che sfavorisce un allentamento delle misure restrittive attualmente adottate nei confronti della Sardegna. È perciò quanto mai necessario un ulteriore sforzo per raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione del virus dalla nostra isola».

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