La Nuova Sardegna

Rete ospedaliera bocciata, Pigliaru conferma: «Il ministero ha sbagliato»

Rete ospedaliera bocciata, Pigliaru conferma: «Il ministero ha sbagliato»

La Regione: sugli ospedali il parere doveva essere solo sugli standard di qualità. Il centrodestra insiste: l’assessore Arru vada via. Protestano i sindaci del Sulcis 

20 settembre 2018
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CAGLIARI. Il governatore Francesco Pigliaru lo ha detto in Consiglio regionale: «Sulla riforma della rete ospedaliera, il ministero s’è allargato nel giudizio ed è andato oltre quanto da noi richiesto». Nel dibattito dell’altro giorno sulla censura all’assessore alla sanità Luigi Arru, proposta dal Partito dei sardi e poi bocciata dall’aula, il contenzioso in atto col Governo è entrato più volte. Era inevitabile dopo l’invio da Roma del parere negativo dei tecnici del ministero sulla riorganizzazione degli ospedali. Parere che rischia ora di trasformarsi in un vero e proprio incidente istituzionale dopo lo scambio di accuse fra la Regione e la ministra della Salute Giulia Grillo.

La replica. In aula l’assessore Luigi Arru l’ha ricordato più volte: «Avevano chiesto, così come previsto per tutte le Regioni, comprese quelle a Statuto speciale, un parere sui livelli essenziali di assistenza previsti dalla nuova Rete ospedaliera. Mentre è arrivato un giudizio sulla riorganizzazione che, secondo quanto previsto dallo stesso decreto ministeriale, abbiamo invece deciso in piena autonomia. Ci siamo presi tutte le deroghe possibili rispetto ai quei criteri burocratici proprio perché il nostro obiettivo era quello di garantire il massimo dell’assistenza possibile anche nelle zone disagiate. E infatti per questo non abbiamo chiuso neanche un ospedale neanche i più piccoli, che invece erano destinati ad esserlo se avessimo rispettato alla lettera le tabelle del ministero».

Le controdeduzioni. L’assessore ha confermato che «stiamo cercando un dialogo con il ministero e qualche apertura, almeno secondo noi, c’è già stata da parte della ministra Grillo. Comunque entro la fine di ottobre presenteremo le nostre controdeduzioni (dovranno essere discusse e approvate anche dal Consiglio) in difesa di una riforma in cui abbiamo creduto sin dall’inizio e destinata, quando entrerà a pieno regime, a garantire il massimo degli standard di qualità in Sardegna». Durante il dibattito, il centrosinistra si è schierato compatto a fianco della giunta. Daniela Forma del Pd, ad esempio, ha denunciato «l’arroganza dei burocrati del ministero», mentre Rossella Pinna, sempre del Partito democratico, ha sollecitato che «presto il Consiglio regionali voti non un ordine del giorno di censura verso questo o quell’assessore, bensì nei confronti di un Governo che vuole ordinarci anche come organizzare la sanità in Sardegna.

Dopo il no alla censura. Se è vero che martedì l’opposizione ha disertato il voto sulla censura ad Arru presentata dal Partito dei sardi – è stata bocciata solo dal centrosinistra – l’indomani non sono mancati gli attacchi. Per Michele Cossa dei Riformatori: «Superato a fatica il primo scoglio – è scritto in un comunicato – l’assessore dovrebbe comunque dimettersi senza aspettare l’esito della prossima mozione di sfiducia presentata dal centrodestra nei suoi confronti. Deve dimettersi subito, senza andare avanti in una difesa del fortino che ha messo in ginocchio la sanità e ormai inaccettabile anche per la sua maggioranza». Per Fratelli d’Italia: «Arru ha fallito dovunque e per questo dovrebbe andar via, e se lo facesse farebbe felice anche il centrosinistra».

La protesta. Da Iglesias a Cagliari per un Consiglio comunale straordinario convocato sotto il palazzo della Regione. È stata questa la protesta organizzata da un centinaio tra sindaci e consiglieri comunali del Sulcis. Con forza hanno chiesto «l’avvio immediato della riorganizzazione degli ospedali, mentre nei nostri territori tutto è bloccato da mesi e la sanità è allo sfascio». Una delegazione è stata ricevuta dall’assessore, che ha preso l’impegno di organizzare un vertice per superare le emergenze.

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