La Nuova Sardegna

DIVENTIAMO IMPRENDITORI DI NOI STESSI

di LUCA DEIDDA

Scarsa densità, valorizzando il capitale naturale e sociale, che vuol dire qualità della vita, può renderci attraenti; e forse il valore delle case di molti paesini sardi potrebbe presto diventare...

21 settembre 2018
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Scarsa densità, valorizzando il capitale naturale e sociale, che vuol dire qualità della vita, può renderci attraenti; e forse il valore delle case di molti paesini sardi potrebbe presto diventare ben superiore all’euro simbolico al quale oggi vengono vendute nell’ambito di politiche sapienti perché mirate ad attrarre.

La geografia vuol dire poi vantaggio nell’agroindustria. Per certe produzioni abbiamo un ambientale ideale e la nostra cultura antica vuol dire tradizioni agroalimentari che hanno un potenziale commerciale sicuramente solo in parte esplorato.

Terra remota vuol dire costi di trasporto elevati, certamente.

Ciò deve farci propendere per produzioni di altissima qualità e valore aggiunto, per cui il costo di trasporto incida meno, e per produzioni immateriali.

Trasportare software da Sassari, che è vicino a Siligo Valley, ma non è in California, è più economico che “carrare cantoni” oltre mare. Va detto che la strategia di specializzazione intelligente adottata dal governo regionale va in questa direzione.

E va aggiunto che in molti dei comparti citati ci sono realtà imprenditoriali in crescita.

Bene! Cosa occorre per imboccare la strada con più convinzione?

Coltivare l’imprenditorialità di qualità, che non si piange addosso e vede opportunità dove gli altri vedono handicap.

Per farlo, la politica economica deve concentrarsi sulla tutela del diritto a fare impresa.

Ci sono i diritti dei lavoratori dipendenti, certamente; come da dettato costituzionale, ahi noi spesso disatteso.

Ma ci sono anche quelli degli imprenditori; senza scordarsi che gli imprenditori per produrre impiegano altri lavoratori, e quindi il diritto degli uni passa per quello degli altri e viceversa.

Cosa vuol dire tutelare il diritto a fare impresa?

Vuol dire garantire servizi reali. Una burocrazia che funziona. Competenze diffuse in materia di finanza, innovazione, marketing, organizzazione, controllo di gestione ecc.; e soprattutto, specie in una terra remota, competenze utili per metabolizzare le tecnologie prima che siano già vecchie.

Competenze a cui le imprese possano attingere portandole al proprio interno, o fruendone come servizi esterni.

E delle infrastrutture materiali congrue, che si traducano in minori costi di trasporto e di approvvigionamento energetico, per creare un ecosistema che premi gli imprenditori capaci che già ci sono, e ne attragga e ne formi di nuovi, che ci faccia diventare più imprenditori di noi stessi. Sardegna terra di opportunità o handicap? Questo dipende da noi sardi, e non dagli altri.

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