La Nuova Sardegna

Pochi visitatorila mostra di Dalì chiude in anticipo

di Paolo Ardovino
Pochi visitatorila mostra di Dalì chiude in anticipo

Snobbate le 100 opere surrealiste dell’autore spagnolo I turisti hanno preferito le boutique della Piazzetta

21 settembre 2018
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PORTO CERVO. Dalì non trova un posto al sole. La mostra a Porto Cervo con cento illustrazioni di Salvador Dalì sulla Divina Commedia chiude in anticipo per mancanza di visitatori. Nelle opere l'icona surrealista per eccellenza si confronta con il Sommo Dante Alighieri. La mostra, "Salvador Dalì e la Divina Commedia" era ospitata nelle sale del Conference Center di Porto Cervo da luglio, ed era curata della Fondazione Mazzoleni.

Un evento imperdibile. Cronaca di un successo annunciato, verrebbe da dire. Non proprio. L'esposizione sarebbe dovuta rimanere in Costa Smeralda fino a domani, ma si è conclusa in anticipo. Nonostante il favore della critica, i visitatori sono stati pochi. «L'affluenza di pubblico è stata al di sotto delle aspettative», esordisce amara Michela Spagnolello, 28 anni di Sarroch, laureata in Storia dell'Arte alla Sapienza di Roma e curatrice della parte critica della mostra. Ricapitolando: cento xilografie acquerellate del pittore spagnolo, una per ogni canto, divise in tre parti come le tre cantiche dantesche, Inferno, Purgatorio e Paradiso. Un lavoro che gli viene commissionato dal governo italiano nel 1950 e da completare nel 1965 in onore del settecentesimo anniversario della nascita di Dante. Ma per l'opinione pubblica del tempo è un oltraggio vedere il più grande poeta del Bel paese affidato ad un artista straniero. Il governo revoca quindi l'incarico a Dalì, che porterà comunque avanti il progetto sino a terminarlo. «In realtà c'è una chiave di lettura che lo accomuna a Dante e fece ricadere la scelta su di lui – spiega Michela –, tutta la Divina Commedia è frutto di un sogno, e nessuno meglio di Dalì ha saputo interpretare il mondo onirico nelle sue opere. E possiamo dire che il pittore ha rappresentato il sogno del sogno».

Ambizione. Era un'occasione da non farsi sfuggire, ma al Conference Center di Porto Cervo si sono palesati meno visitatori di quanti ci si aspettava. «Soprattutto abbiamo registrato una grave mancanza di giovani. L'età media è stata alta, parliamo di persone al di sopra dei 45-50 anni. Qualche giorno fa è persino venuta una coppia di 70enni direttamente da Cagliari». Spiagge, aperitivi e arte. No, forse arte no. La Fondazione Mazzoleni (di Alzano Lombardo) ci aveva provato già l'anno scorso portando nella stessa location una mostra ancora più esclusiva: 188 opere originali di Andy Warhol. La risposta del pubblico fu migliore, ma non esaltante. Esposizioni, queste, che in altre parti d'Italia trovano grandi riscontri. Il presidente della Fondazione, Mario Mazzoleni, non ne fa un dramma: «Non potevamo aspettarci il pubblico delle grandi città. Il nostro obbiettivo è realizzare eventi pubblici che possano indurre alla riflessione sull'arte in un contesto come quello di Porto Cervo abituato ad altre attrazioni».

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