La Nuova Sardegna

Centrodestra compatto ma il leader ancora non c’è

Centrodestra compatto ma il leader ancora non c’è

Dopo l’accordo Berlusconi-Meloni-Salvini resta il nodo del candidato nel 2019 La Lega sembra favorita nella scelta ma Forza Italia vuole rimescolare le carte

22 settembre 2018
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CAGLIARI. Compatto in quattro regioni su quattro, Sardegna compresa. A Roma Berlusconi, Giorgia Meloni e Salvini, in stretto ordine alfabetico, hanno deciso che, nelle elezioni regionali del 2019, il centrodestra continuerà a essere uno e trino: Forza Italia, La Lega e Fratelli d’Italia. Non ci saranno strappi nei territori e neanche tentativi fotocopia del contratto nazionale fra il Carroccio e i 5 stelle. «È un’ottima notizia, abbiamo superato di slancio il primo scoglio dopo quanto è accaduto per Palazzo Chigi», ha commentato Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia. Con Ugo Cappellacci, parlamentare e coordinatore regionale di Fi, che ha aggiunto: «Siamo usciti finalmente dall’equivoco». In un post Eugenio Zoffili, portavoce della Lega, ha sottolineato: «In Sardegna il tavolo del centrodestra per le Regionali l’abbiamo aperto una settimana fa. Ora abbiamo un motivo in più, tra l’altro molto qualificato, per andare avanti su quella strada. Subito cominceremo a discutere i punti più importanti di un programma che sarà comune e specifico per la Sardegna». In verità, dalla riunione nella Capitale, è uscita solo la notizia dell’accordo, ma nulla su quali regioni cadrà la scelta di questo o quel partito. Forse perché la spartizione su chi dovrà designare il candidato- governatore del centrodestra in Sardegna, Piemonte, Basilicata e Abruzzo ancora non c’è stata. Ci sono sempre e solo delle indiscrezioni: la Sardegna dovrebbe essere un’opzione della Lega, anche se Forza Italia la vorrebbe per sé e fino all’ultimo potrebbe tentare di ottenerla, con un rimescolamento delle bandierine provvisorie sistemate sulla mappa. Che semmai potrebbe avvenire già a Fiuggi, dove da domani i berlusconiani e gran parte del centrodestra si ritroveranno nell’annuale appuntamento organizzato da Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Fi. Quindi, non c’è ancora un patto fra gli alleati sul cosiddetto diritto di prelazione. «È vero – ha confermato Christian Solinas, senatore e segretario nazionale del Psd’Az, primo partner della Lega – C’è per ora solo un accordo di massima sul perimetro del centrodestra come coalizione dalla quale partire per costruire un’alternativa di governo. Naturalmente la Sardegna ha delle peculiarità che andranno declinate a livello locale al pari della condivisione e del gradimento del candidato-governatore». Se l’Isola dovesse continuare a essere una prima scelta della Lega, il portabandiera più probabile dovrebbe essere proprio Solinas rispetto semmai a qualche “prestito” in arrivo dall’esterno. «Ma non è certo questo il momento di lasciarsi andare al solito calciomercato – le parole di Ugo Cappellacci – La coalizione non deve avere fretta. Di sicuro non sarà un candidato comunque o qualunque». Meglio ancora, secondo Pietro Pittalis, che la scelta ricada presto «non sul frutto di assurde alchimie politiche, ma su chi ha una profonda conoscenza della Sardegna e soprattutto la capacità riconosciuta di risolvere i problemi concreti dei sardi. Dopo gli anni disastrosi del centrosinistra, spetterà a lui risollevare le sorti della nostra terra e per questo non possiamo commettere errori» (ua).

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