La Nuova Sardegna

la proposta 

Floris, appello all’unità dei partiti

Floris, appello all’unità dei partiti

L’esponente Uds: patto prima del voto per sostenere l’autonomia

22 settembre 2018
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CAGLIARI. La sospensione di un anno e mezzo dopo la condanna per i fondi ai gruppi del Consiglio regionale, è finita. Decano dell’Aula, 81 anni, fondatore di cinque partiti, l’ultimo l’Uds, Mario Floris non ha accennato a quei «mesi bui». A chiamarli così sarà invece un suo amico di vecchia data, che subito dopo aggiungerà: «In Appello, lo assolveranno». Il “principino”, soprannome che risale ai tempi della Dc, ha parlato solo di politica. È stato un appello, il suo, con in coda l’annuncio che a febbraio non si candiderà neanche come consigliere. «Oggi più che mai – ha detto – i partiti sardi devono risentire forte il dovere di superare le storiche divisioni e, al di là degli schieramenti, impegnarsi concretamente, prima delle Regionali, nel sostenere le ragioni dell’Autonomia e difendere gli interessi della Sardegna». Definirlo un patto preelettorale è giusto: «Deve nascere dal basso e senza più deleghe in bianco a favore di chissà chi – ha sostenuto – Una volta firmato ognuno percorrerà la strada che vorrà. Senza questo impegno formale e morale, i sardi continueranno invece ad avere poco e a contare nulla». Con molta probabilità l’Uds, nel 2019, sarà in campo ancora col centrodestra, ma sono particolari, però «in passato, abbiamo corso anche da soli». Si vedrà, l’importante è che «la politica riprenda a parlare con la società dopo aver abdicato per troppo tempo al compito di indicare una prospettiva credibile per il rilancio della Sardegna». Su questo tema Floris ha avviato, a voce alta, anche una riflessione sull’Autonomia: «Ha settant’anni, ma è un’incompiuta». Di che le colpe? «Soprattutto dei sardi – ha risposto – Nessuno ci ha impedito di cambiare lo Statuto come hanno fatto altre Regioni. Siamo stati noi a non riuscirci, mettendo gli interessi dei partiti davanti a quelli dei cittadini. È stato questo il più grave errore delle ultime legislature regionali e lentamente siamo sprofondati nel vuoto». Certo, più di una colpa è anche dello Stato: «Non ha rispettato quella parte dello Statuto in cui c’è scritto che la Sardegna doveva essere risollevata con i Piani di Rinascita. Dopo il primo, sono arrivati solo finanziamenti scollegati e poco incisivi». Secondo Floris, il Patto proposto rimetterebbe le cose a posto: «Ribadito che sanità, continuità territoriale e trasporti devono ritornare allo Stato, mentre dal 2006 sono finite sui sardi ma senza avere in cambio le risorse necessarie, oggi dobbiamo sostenere una profonda riforma della Regione» Una prima proposta è arrivata dal coordinatore regionale dell’Uds Antonio Nicolini: «Parliamo tanto di Europa, ma non c’è un assessorato che si occupi di Affari europei. Pensiamoci e rimediamo».

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