La Nuova Sardegna

Stati generali  

Agricoltura, attori a confronto Obiettivo: rilanciare il comparto

CAGLIARI. Politica ridotta al minimo e niente sindacato (le organizzazioni di categorie si sono messe fuori), alla fine gli Stati generali dell’agricoltura 2018 sono risultati quello che gli...

23 settembre 2018
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CAGLIARI. Politica ridotta al minimo e niente sindacato (le organizzazioni di categorie si sono messe fuori), alla fine gli Stati generali dell’agricoltura 2018 sono risultati quello che gli organizzatori dell’assessorato speravano: non un bla-bla senza costrutto ma vero confronto senza mediazioni tra le anime del settore. «C’erano 11 tavoli tematici, quindi 6 tavole rotonde in cui sono stati coinvolti oltre 500 addetti ai lavori che hanno permesso di far incontrare portatori di interesse che neanche si conoscevano», dice l’assessore Pier Luigi Cariaper la chiusura della tre giorni di attività nel polo fieristico di Cagliari, dove numerosi attori del comparto si sono ritrovati per fare un bilancio dello stato di salute del mondo delle campagne e per ragionare su come costruire la programmazione 2021-2027.

All’iniziativa hanno partecipato agricoltori e allevatori, rappresentanti della trasformazione cooperativa e privata, grande distribuzione e commercializzazione di più piccole dimensioni, centri di ricerca e università. E poi le strutture dell’assessorato e delle agenzie agricole Agris, Argea e Laore, di Forestas, ma anche i consorzi di bonifica e i Gal, tecnici dell’Aras e della sanità animale, i Consorzi di tutela e l’Enas, l’Autorità di bacino e le rappresentanze istituzionali di Unione europea, Stato e Regioni. Un’esperienza secondo parecchi da ripetere più spesso: «Ci è stato chiesto – dice Caria – che non sia una iniziativa isolata nel tempo, ma che abbia una continuità e una cadenza periodica, da portare anche nei territori della Sardegna. Un modo per fare bilanci costanti sugli obiettivi raggiunti o ancora da perseguire».

Una delle criticità maggiori emerse, che riguarda sostanzialmente quasi tutti i comparti, è «la frammentazione delle produzioni e la difficoltà di mettere assieme le aziende per convogliarle verso mercati di largo consumo» dice Caria, ma si è parlato anche del limite dell’insularità, del gap tecnologico e infrastrutturale che interessa tutta la filiera: dalla produzione alle vendite passando per la trasformazione. È necessario quindi programmare nuovi investimenti in termini economici, di conoscenza e formazione. E emersa la necessità di puntare sul risparmio idrico e sull’agricoltura di precisione, processi che riducono i costi garantendo però sempre la qualità delle produzioni. Quindi la necessità di aprire un confronto con Governo e Ue su una accelerazione del riequilibrio del valore dei titoli Pac: inaccettabile che le campagne sarde percepiscano risorse inferiori di due o tre volte rispetto alle altre regioni italiane. (a.palm.)

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