La Nuova Sardegna

Sara, la designer dei costumi adorata dalle celebrities

di Gianna Zazzara
Sara, la designer dei costumi adorata dalle celebrities

La Melis, sulcitana doc, ha lanciato il suo brand “La Reveche” tre anni fa I bikini e gli interi celebrati sulle pagine di Vogue, Vanity Fair, Elle

24 settembre 2018
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SASSARI. È cominciato tutto in uno scantinato, a Carbonia, nel Sulcis, tre anni fa. Un foglio e una matita per disegnare i modelli e un computer per tenere d’occhio il profilo Instagram dedicato alla sua neonata linea di costumi da mare, La Reveche. In poco tempo il brand di Sara Melis, 32 anni, sulcitana doc, ha conquistato le celebrities di tutto il mondo e sta facendo impazzire fashion blogger e influencer. Il costume intero con le spalline ricoperte di fiori haute couture in chiffon è stato celebrato sulle pagine di Vogue, Elle, Vanity Fair. Sara in questi giorni è alla Fashion Week di Milano per presentare ai buyer la collezione 2019. La settimana scorsa era a New York: la sua linea è stata selezionata per partecipare alla fiera Cabana dedicata ai costumi da bagno, la più importante al mondo. La prossima settimana volerà a Parigi per la settimana della moda.

«È capitato tutto per caso – si schermisce Sara, splendida bionda che fa anche da modella per i suoi costumi – L’unica cosa di cui ero certa, fin da piccola, era che volevo creare qualcosa di mio, volevo diventare imprenditrice». Prima di lanciarsi nell’avventura Sara si laurea in economia e commercio, a Cagliari. «Sembrerà strano, ma non ho mai fatto un corso di designer, né una scuola di cucito. So disegnare e ho sempre avuto una grande passione per la moda, ma non ho mai studiato per diventare stilista. Sono autodidatta. In ogni caso ora gli studi in economia mi stanno aiutando a gestire l’azienda». Un’azienda che vende migliaia di costumi in tutto il mondo, dall’Europa all’America al Giappone fino agli Emirati Arabi, con fatturati importanti.

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«Come ho iniziato? Tre anni fa i costumi interi non erano di moda come oggi, ma a me sono sempre piaciuti. Sono convinta che ogni ragazza desideri avere almeno un costume intero nel suo armadio, anche per abbinarlo la sera con un jeans e un sandalo a stiletto. Giravo nei negozi e non trovavo nessun costume intero che mi piacesse. Allora ho avuto una folgorazione? Perché non lo disegno io? Ho buttato giù il primo modello, che poi è quello che ha avuto ed ha ancora oggi successo: scollatura vertiginosa, sgambatura ampia e sulle spalline una cascata di fiori in chiffon, cuciti rigorosamente a mano, che arrivano fino in fondo alla schiena. Un costume da portare in spiaggia e in barca ma ideale anche per la sera». Sara crea su Instagram il profilo del suo brand, La Reveche, e iniziano a fioccare le richieste. «Hanno iniziato a contattarmi da tutto il mondo, volevano tutti il mio costume», ricorda Sara, ancora incredula. A quel punto decide di lanciarsi nell’avventura. Chiede un piccolo anticipo ai genitori («Diecimila euro»), contatta alcune sarte della zona e inizia la produzione. «I costumi sono 100% made in Sardegna, frutto della maestria di un gruppo di sarte che collaborano con me fin dall’inizio. Collaboratrici preziose». Il grande salto Sara lo fa quando viene contattata da LuisaviaRoma, lo storico negozio fiorentino, punto di riferimento per gli amanti della moda e del lusso. Il brand di Sara viene selezionato e venduto nella piattaforma di e-commerce Luisaviaroma.com, tra i più importanti al mondo. «Quella è stata la molla che mi ha spinto ad andare avanti», racconta Sara. Che in soli tre anni è riuscita a conquistare i mercati italiani (il brand è presente nelle più importanti boutique italiane e internazionali, da Milano a New York fino a Dubai). «Vesto tutte le donne, anche le arabe non rinunciano ai miei costumi, magari li indossano sotto il burqa ma non possono farne a meno». Ma come si fa a vestire le donne di tutto il mondo? «I miei costumi sono perfetti sia per chi ha una corporatura esile sia per le più formose. Il pezzo forte del bikini è la mutanda, una via di mezzo tra brasiliana e non. Sta bene a tutte. Poi, ovviamente, i modelli cambiano a seconda delle latitudini. Le giapponesi, che hanno poco seno, amano il reggiseno a triangolo col fiore davanti, mentre le americane, più formose, preferiscono un pezzo di sopra più contenitivo. Per le turche, invece, ho disegnato una mutandina più larga perché vogliono essere più coperte».

Ma come si fa a creare un brand di successo partendo dalla Sardegna? «Vivere qui non è un limite, anzi. Io adoro vivere qui. E, poi, diciamo la verità: produco costumi da bagno, quale posto migliore della Sardegna? Se volessi dare un consiglio ai miei coetanei direi che la cosa fondamentale è capire cosa si vuole fare nella vita: bisogna scoprire la propria passione e lanciarsi, senza paura. Anche perché oggi, se si sanno usare bene i social, tutto è possibile. Oggi la platea potenziale, per qualunque attività, non è più la Sardegna o il resto d’Italia, ma è il mondo. Io il mio successo lo devo a Instagram, che è stata, e continua a essere, una vetrina incredibile. Certo, ci vuole molto lavoro, bisogna curare le pagine e stare in contatto con i visitatori, ma è un mezzo formidabile che ti dà accesso a un mercato di milioni di consumatori. Oltre a Instagram devo ringraziare i miei genitori, mio fratello e il mio ex fidanzato che mi hanno sostenuto fin dall’inizio». I costumi di Sara sono così belli che vengono copiati anche dai brand più famosi. «Si, ho visto diversi tentativi di imitazione nelle vetrine. Un po’ sono orgogliosa. Se mi copiano vuol dire che i miei costumi sono davvero belli».
 

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