La Nuova Sardegna

la diffusione del virus 

Febbre del Nilo, l’emergenza non c’è Tredici casi nell’isola dal 2011

di Stefano Ambu
Febbre del Nilo, l’emergenza non c’è Tredici casi nell’isola dal 2011

CAGLIARI. Le zone gialle indicate nelle cartine sono quelle dell'Oristanese e della Gallura orientale. Le persone colpite sono tre. E tutte nell'area del giudicato di Eleonora: Arborea, Terralba e...

25 settembre 2018
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CAGLIARI. Le zone gialle indicate nelle cartine sono quelle dell'Oristanese e della Gallura orientale. Le persone colpite sono tre. E tutte nell'area del giudicato di Eleonora: Arborea, Terralba e Tramatza. Tutte segnalate dall'ospedale San Martino: due pazienti sono ancora sotto osservazione, uno è stato già dimesso. In più c'è una sacca di sangue di un donatore di Ghilarza. Che sta bene: per lui solo infezione, ma non patologia. La sacca? Individuata e messa da parte. È il quadro sardo, aggiornato ieri mattina in una conferenza stampa della Regione, della Febbre del Nilo, la West Nile disease.

Nessun allarme. Tre casi, sotto controllo, e una busta di sangue subito bloccata, non fanno emergenza. Le rassicurazioni sono arrivate dall’assessore della Sanità Luigi Arru e confermate dagli esperti dell’Unità di crisi sulla West Nile Disease. «Non esiste un’emergenza Febbre del Nilo- ha detto Arru – la situazione rientra nella normalità ed è costantemente monitorata su tutto il territorio regionale. Piuttosto, alla popolazione suggeriamo di attivare le più comuni norme di prevenzione per evitare di esporsi alle punture delle zanzare, in quanto gli interventi di disinfestazione non possono debellare del tutto larve e insetti adulti». Per tre casi di malattia neuroinvasiva, si calcola che ci possano essere trecento infezioni. Nessun pericolo di contagio. La trasmissione può avvenire soltanto in tre modi: con la puntura di una zanzara adulta infetta (cioè che ha contratto il virus da un animale a sua volta infetto, solitamente uccelli migratori che giungono da Paesi lontani) oppure attraverso la donazione di sangue o trapianti di organi di pazienti positivi.

Zone a rischio. «Uomo e cavallo sono ospiti terminali – ha precisato Federico Argiolas, direttore del servizio qualità dei servizi e governo clinico della Regione –. L'unità di crisi si riunisce ogni volta che siamo di fronte a casi umani. I dati dicono che l'area a più alto rischio è l'Oristanese, ma non è esente nessuna zona: i controlli sulle donazioni, ad esempio, sono estesi a tutta la Sardegna. Non è comunque più un'emergenza: il problema è noto, si sa come intervenire».

Massima attenzione. Sempre in guardia, peró. «Vogliamo spiegare – ha detto Arru – che è stato sviluppato un monitoraggio con trappole per verificare il numero di zanzare positive al virus». Arru e gli esperti hanno ricordato anche che quello in corso «è un periodo particolare per piovosità, temperature elevate e umidità». L'unità di crisi ha ribadito ancora una volta le indicazioni sulla prevenzione della West Nile, tutte elencate in un opuscolo dell'Ats. Tra queste: l'utilizzo di repellenti per zanzare all'aperto, schermare porte e finestre con zanzariere, svuotare di frequente i sottovasi per evitare che l'acqua ristagni, verificare la pulizia di grondaie. Stretta collaborazione con i comuni. Umberto Oppus, direttore dell'Anci, ha spiegato che «pur in situazioni di difficoltà economiche, le province si occupano costantemente delle disinfestazioni nei territori comunali». La West Nile compare non appena si moltiplicano le zanzare e quelle infette pungono gli animali selvatici. Il primo segnale dell’arrivo del virus nel territorio è dato dalla massiccia morte di uccelli e altri animali selvatici. Per i cavalli esiste un vaccino, efficace se somministrato nei tempi giusti. La quasi totalità dei cavalli presenti in Sardegna ormai si è immunizzata. In otto anni i casi umani di West Nile in Sardegna sono stati tredici. Annus horribilis il 2011, quando il virus si è presentato per la prima volta e fu letale per tre persone: un 34enne di San Vero Milis, un 75enne di Marrubiu e un 83enne di Oristano. Guarigione invece, sempre nel 2011, per un 73enne di Olbia.

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