La Nuova Sardegna

Il Pg: «Il sistema Puddu tra favori e abusi sessuali»

di Mauro Lissia
Il Pg: «Il sistema Puddu tra favori e abusi sessuali»

L’accusa chiede la condanna a 6 anni e 4 mesi per l’ex sindaco di Portoscuso Sussidi di povertà alle giovani donne del paese che subivano le sue attenzioni  

25 settembre 2018
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CAGLIARI. Le prove ci sono, a Portoscuso vigeva il “sistema Puddu” e chi non faceva come diceva lui andava incontro a grossi problemi. Non solo: agli atti del processo c’è quanto basta per confermare che l’ex sindaco, una sorta di Harvey Weinstein di provincia, ha abusato sessualmente di alcune giovani donne indigenti in cambio di benefici concreti come i sussidi comunali di povertà. Dunque l’impianto accusatorio che il 21 novembre del 2016 ha condotto il tribunale alla condanna di Adriano Puddu a sei anni e quattro mesi di reclusione è ancorato a fatti e circostanze accertate. Per questo a conclusione di una requisitoria durata un’ora e mezzo il sostituto procuratore generale Maria Grazia Genoese ha chiesto alla Corte d’Appello presieduta da Claudio Gatti - consiglieri Giovanni Lavena e Paolo Costa - di confermare integralmente la sentenza di primo grado. Le conclusioni del pg sono speculari all’esito del primo giudizio: sono sparite le accuse originarie di corruzione, abuso d’ufficio, peculato, violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione, ma ogni imputazione contestata dalla Procura resta ricompresa in una sola: induzione indebita a dare e promettere utilità. E’ un reato comparso di recente nel codice penale, cui in questo caso viene aggiunta anche nelle richieste di ieri mattina l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, la perdita del diritto elettorale e una provvisionale di 25 mila euro da pagare al comune di Portoscuso patrocinato dall’avvocato Toto Casula, più le spese per i giudizi del tribunale e della Corte d’Appello. Se l’11 febbraio, dopo le arringhe dei difensori Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi, i giudici respingeranno il ricorso, la carriera politica di Puddu - che ieri non era in aula - già fortemente indebolita dalle conseguenze della vicenda, potrà dirsi chiusa in base alle norme del decreto legge Severino.

L’atto d’accusa del pg Genoese non si è discostato da quello del collega Daniele Caria, che in primo grado chiese la condanna a sei anni. Restano fuori dal processo le accuse riferite a tre fatti di concussione sessuale, uno di violenza sessuale e uno di corruzione elettorale, che già il tribunale aveva qualificato in modo diverso pur confermando nella sostanza la ricostruzione contenuta nel fascicolo d’indagine. La convinzione espressa dall’accusa - che ha parlato a porte chiuse per decisione del presidente Gatti - è che i sussidi di povertà siano stati gestiti col “sistema Puddu”: a beneficiarne, stando alle risultanze del processo, sarebbero state giovani donne che in tempi e modi diversi avrebbero subìto le conseguenze dei suoi desideri. Non solo: per l’accusa Puddu ha usato il potere di sindaco anche per influenzare le elezioni locali.

Partito da una presunta tangente di 9900 euro, che non ha trovato conferma nel dibattimento, il processo è ancorato a documenti, intercettazioni e testimonianze rese in fase istruttoria e nell’aula pubblica. Uno sterminato materiale d’indagine che per il pg Genoese disegna la figura di un sindaco occupato a gestire arbitrariamente i fatti propri e non quelli del paese, su tutti l’affare legato alla cessione dell’area pubblica ex Sardinvest alla Portoscuso srl per realizzarvi un parco eolico al servizio dello stabilimento metallurgico, un’operazione fortemente contrastata dall’opposizione in consiglio comunale perché avrebbe privato il paese di una delle pochissime aree verdi rimaste allo stato originario. In parallelo a quelle che l’accusa considera azioni legate a interessi personali, Puddu - stando alla pg Genoese - sarebbe stato impegnato a gestire un giro di ragazze («solo amiche» si è sempre difeso) in un crescendo di vicende imbarazzanti, provate - per l’accusa - dalle conversazioni intercettate e dalle testimonianze delle stesse vittime, raccolte dagli uomini del nucleo investigativo del Corpo Forestale.

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