La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Dal palco di Abbasanta il leader del Partito dei sardi ha lanciato la sua sfida. Paolo Maninchedda ha promosso le primarie nazionali. La convention del Pds è riuscita a catalizzare l’attenzione non solo degli iscritti, ma anche di una foltissima schiera di amministratori e molti osservatori dei pariti. Anche quelli che sembrano più distanti. Le reazioni alle parole del leader del Pds vanno distillate e inquadrate nel grande magma delle elezioni. Positive le parole della parlamentare Pd Romina Mura. «Accettiamo la sfida culturale lanciata da Paolo Maninchedda e dall’assemblea di Abbasanta – dice la Mura –. Noi siamo la classe dirigente nata e legittimata, ormai da anni, con le primarie. Elemento distintivo e identificativo del nostro patrimonio di valori. È interessante che Maninchedda abbia sposato lo strumento delle primarieche sono un elemento identificativo del nostro patrimonio di valori. Definiamo un Manifesto per la Sardegna mettendo in fila i punti programmatici che ci accomunano e lanciamo un progetto alternativo sia ai Lega-Stellati che al Centro-destra. Accettiamo la sfida culturale noi che siamo la classe dirigente nata e legittimata dalle primarie». Molto più netto il coordinatore di Forza Italia Ugo Cappellacci. «Noi abbiamo già delineato un percorso chiaro. Una coalizione di centrodestra che è aperta ai contributi di altre forze politiche – dice Cappellacci –. Non mi sembra che Maninchedda voglia aderire al nostro cartello elettorale. Il percorso autonomista delle primarie di una nazione sarda è accattivante, ma prima dovrebbe condividere il quadro dei valori. Per prima cosa dovrebbe difendere l’autonomia che è stata calpestata più volte da questa maggioranza di centrosinistra, che l’ha violata più volte con accordi con lo Stato che ci hanno privato di nostre risorse per 4 miliardi di euro. Ma in consiglio regionale il Partito dei sardi ha votato a favore di queste iniziative. Prenda ora le distanze da questa maggioranza e si potrà iniziare un dialogo».