La Nuova Sardegna

Anci: piccoli ospedali ancora a rischio

Deiana: vogliono aggirare la legge. Arru replica: è un allarme ingiustificato

28 settembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. C’è un nuovo tentativo di dare una spallata ai piccoli ospedali. A denunciarlo è il presidente dell’Anci, l’associazione dei sindaci, Emiliano Deiana, ma che ha ricevuto l’immediata replica dell’assessore alla sanità Lugi Arru: «La situazione non è quella descritta».

L’attacco. In un comunicato, Deiana ha scritto: «Quello che non sono riusciti a fare per via legislativa, ora provano a farlo per via amministrativa». Secondo la sua ricostruzione, in un dossier dell’Asl unica, che ha come oggetto la «Riorganizzazione della chirurgia generale in Sardegna», sarebbe evidente il tentativo di aggirare quando deciso a suo tempo dal Consiglio regionale con la «Rete ospedaliera». Rete, va ricordato, che non ha chiuso nessun piccolo ospedale, semmai l’ha potenziato, scatenando alla fine la bocciatura della mappa definitiva da parte dei tecnici del ministero della salute. «Se la novità che sta emergendo in tutta la sua cruda chiarezza – ha scritto Deiana dopo aver ricordato: il documento è stato già consegnato ai sindaci – dovesse essere confermata dai fatti, la mobilitazione degli amministratori comunali dei territori più emarginati sarà immediata. Dovrà esserlo, ancora una volta, in difesa dei diritti alla salute che quelle comunità meritano». Il riferimento dell’Anci è agli ospedali di Tempio, Sorgono, Ozieri, Ghilarza, La Maddalena e Muravera che «considerati indispensabili dal Consiglio regionale, nonostante i rigidi criteri imposti dal ministero», ora – secondo Deiana – «rischiano di essere rimessi in discussione da un atto amministrativo che si vuol far passare senza aspettare neanche il via libera della Commissione permanente Regione-Comuni». Per questo, è la conclusione, «ogni tentativo di ridimensionamento riceverà da parte nostra la più netta opposizione».

La replica. È arrivata dall’assessore Arru: «La proposta di delibera sulla riorganizzazione della chirurgie è frutto del lavoro di un tavolo tecnico, coordinato dal direttore dell’Unita operativa di Chirurgia di Olbia, Luigi Presenti, ex presidente del Collegio dei Chirurghi Italiani». Il compito del gruppo di lavoro – scrive l’assessore – era quello di «individuare la migliore organizzazione chirurgica secondo la Rete ospedaliera. E questo è ciò che ha fatto». Per entrare poi nel dettaglio: «Il documento che dev’essere ancora esaminato dalla Giunta – prosegue Arru – prende in considerazione le realtà esistenti nei diversi ospedali, la presenza o meno del reparto di rianimazione e il numero possibile degli interventi nelle varie strutture. Quindi, come previsto dalla Rete, gli ospedali di zona disagiata svolgeranno attività di chirurgia programmata con equipe circolanti. Anche le patologie chirurgiche acute potranno essere gestite in quegli stessi ospedali a seconda della complessità e del rischio. E infatti quelle ad alto rischio saranno concentrate invece negli ospedali specializzati di riferimento». Quindi, per Arru l’allarme non è motivato.

In commissione. Il caso dei piccoli ospedali e quello della Rete ospedaliera sono stati risollevati, nell’aula della commissione sanità del Consiglio regionale, anche da Edoardo Tocco, Forza Italia, e Giorgio Oppi dell’Udc. Entrambi hanno sollecitato un’ispezione immediata a Isili, La Maddalena, Sorgono, Tempo e del Sulcis. «È necessario – ha detto Tocco – verificare quali siano stati finora gli effetti della riorganizzazione. È stata applicata, oppure congelata? Stando alle proteste dei territori, oggi sappiamo solo che la sanità è nel caos». Secondo Oppi potrebbe essere accaduto di peggio: «Con atti aziendali autonomi, decisi prima dell’entrata a regime della Rete ospedaliera, l’Asl unica potrebbe aver deciso accorpamenti e chiusure semmai contrari alla riorganizzazione».

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative