La Nuova Sardegna

Cantina Corda di Serdiana: giovane ma già vincente

di Antonello Palmas
L'imprenditrice Antonella Corda tra i filari della sua vigna
L'imprenditrice Antonella Corda tra i filari della sua vigna

Il Cannonau 2016 ha conquistato i Tre bicchieri del Gambero Rosso. Antonella, la titolare: "progetto partito nel 2009 col reimpianto in un vigneto"

30 settembre 2018
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SERDIANA. «No, non ce l’aspettavamo assolutamente». Antonella Corda non nasconde la sorpresa, ma è successo davvero: alla sua prima partecipazione alla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso la cantina che porta il suo nome ha centrato il massimo riconoscimento, i “Tre bicchieri”. C’è riuscita con il suo Cannonau di Sardegna Doc 2016. «Abbiamo lavorato su tutti e tre i vini che caratterizzano la nostra produzione, quindi anche sul Nuragus di Cagliari Doc e il Vermentino di Sardegna Doc, ma è stato il Cannonau ad avere più riscontri e a darci la visibilità maggiore – dice emozionata la produttrice – e ottenere un successo così alla prima annata in bottiglia, il 2016, è una soddisfazione immensa. Dal 2010 e sino a quell’anno producevamo per conto nostro in maniera sperimentale, dopo il primo reimpianto nel 2009 in un vecchio vigneto ereditato da mio nonno materno, Antonio Argiolas». Sì, perché Antonella discende da una famiglia che ha fattio la storia del vino in Sardegna, gli Argiolas di Serdiana.

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“Di madre in vigna” è lo slogan dell’azienda, che lascia trasparire la filosofia della cantina. «Mia mamma aveva il desiderio reimpiantare questi terreni molto particolari, situati sull’antico letto di un fiume, ciottolosi, che mi hanno subito ricordato quelli francesi nei quali nasce il Grenache – racconta Antonella – Dopo la laurea in agraria a Sassari ho preso in mano l’azienda, ero la più piccola in casa e sentivo che dovevo provare a realizzare l’obiettivo familiare».

Negli anni precedenti l’azienda ha vinificato anche in una sua piccola cantina a Cagliari, poi la svolta nel 2016: «Abbiamo deciso di farci affiancare da un enologo esperto come il toscano Luca D’Attoma, che ha esperienza ventennale sul biologico e biodinamico, abbiamo adottato tutti gli accorgimenti per lavorare con un basso impatto ambientale. Quindi siamo partiti con i primi imbottigliamenti, in maniera tale da non concentrare troppo il prodotto. In particolare non abbiamo voluto un Cannonau troppo strutturato, in modo da preservarne i profumi di frutti giovani e freschi».

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A maggio, dopo la prima partecipazione a Vinitaly, nel padiglione della Fivi, la federazione dei vignaioli indipendenti, è stata inaugurata la nuova splendida cantina, e ora questo successo che probabilmente era segnato, ma non si pensava arrivasse così in fretta a premiare l’entusiasmo della giovane produttrice. «Attualmente abbiamo 15 ettari, dei quali ben nove sono coltivati a Vermentino, quattro a Cannonau e tre a Nuragus. Il mercato? Se sino allo scorso anno era all’80 per cento estero, ora lo è per metà: esportiamo in Usa, Svizzera, Belgio, Austria, un po’ in Australia e ora in Canada. L’azienda è stata definita una “boutique winery”: ci è stato attribuito da un esperto che ha visitato un gran numero di realtà – spiega Antonella – significa cantina piccola curata, accogliente ,che punta su prodotti di qualità. Credo ci rispecchi abbastanza».
 

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