La Nuova Sardegna

Emergenza trichinella condannato il sindaco

di Valeria Gianoglio
Emergenza trichinella condannato il sindaco

Sei mesi al primo cittadino Deledda. Un anno agli assessori Battacone e Cossu Avevano falsificato le schede di accompagnamento dei campioni di carne suina

03 ottobre 2018
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NUORO. «Sono molto amareggiato. Ho solo firmato una ordinanza per motivi di salute pubblica. Diverse persone si erano ammalate ed eravamo terrorizzati che la situazione potesse degenerare. Ma sono stato lasciato solo, in questa battaglia contro la trichinella». Pochi secondi dopo aver ascoltato il giudice monocratico Teresa Castagna condannarlo a sei mesi per favoreggiamento – insieme ai due assessori Francesco Battacone e Antonio Luigi Cossu condannati rispettivamente a 1 anno e 4 mesi e 1 anno per falso in atto pubblico – il sindaco di Orgosolo, Dionigi Deledda, in tribunale non nasconde un complesso mix di incredulità e profonda delusione.

Fino all’ultimo, in questo processo, il primo cittadino – che ieri era alle prese anche con un altro processo che lo vede a giudizio, insieme all’ex segretaria comunale Gloria Fiore, e allo stesso Battacone, per firme false nell’ambito della presentazione delle liste alle ultime competizioni elettorali – ha sperato che la giustizia ascoltasse le sue ragioni. Ma il verdetto arrivato intorno alle 12.30 di ieri è stato di segno decisamente diverso, anche se per Deledda la sentenza di 6 mesi è stata inferiore rispetto alla richiesta del pm di un anno e 6 mesi. Per il giudice, dunque, aveva ragione la pubblica accusa, quando aveva ripercorso i passaggi dell’indagine del commissariato di polizia di Orgosolo nata da una segnalazione su internet. Per il giudice di primo grado aveva ragione il pm Giorgio Bocciarelli quando, nell’udienza scorsa, aveva sostenuto che «In questa vicenda della trichinella, il Comune di Orgosolo, insieme a pochi altri, non si è certo distinto per un particolare virtuosismo nel collaborare con le istituzioni per debellare la malattia. In questo comune due assessori, Francesco Battacone e Antonio Luigi Cossu, si sono macchiati di un falso in atto pubblico nelle schede che accompagnavano la consegna di campioni di suini a pascolo brado, macellati dai privati in base a un’ordinanza del sindaco che consentiva la macellazione domestica per ragioni di salute pubblica. I due assessori avevano attribuito ad altri i campioni di diaframma di un suino che apparteneva invece a Battacone. E il sindaco Deledda ha favorito questo sistema». Uno dei nomi che erano comparsi nella scheda di accompagnamento dei diaframmi che dovevano essere consegnati in municipio, era quello di un certo “Antonio Balia”. Un nome mai iscritto all’anagrafe di Orgosolo, come poi avrebbe accertato la polizia. Un nome falso, ha sostenuto l’accusa, che era stato aggiunto nelle schede di accompagnamento dei diaframmi di animale macellato solo per impedire, in caso di analisi positiva alla trichinella, di risalire al vero proprietario dell’animale. «Ne arrivavano a decine, di schede in Comune – ha sempre spiegato il sindaco Deledda – e certo non potevo leggerle una ad una, né conoscevo i nomi che venivano segnati sulle schede. Eravamo in piena emergenza: 25 persone erano state ricoverate per trichinella. Ma non esisteva un protocollo, così ci siamo trovati soli ad affrontare questa emergenza, e ho fatto l’ordinanza che consentiva la macellazione domestica per ragioni di salute pubblica». Anche il difensore di Deledda, l’avvocato Marco Basolu, e gli avvocati Tullio Moni e Antonio Mereu, che tutelano gli altri imputati, nelle loro arringhe hanno ribadito una linea comune: «Il sindaco è stato lasciato solo a gestire un’emergenza che avrebbe dovuto affrontare la Regione e il sistema veterinario dell’Asl». E poi, ha aggiunto la difesa, «non c’era scritto da nessuna parte che a consegnare le parti di animale fosse il proprietario, ma la norma parlava piuttosto di utilizzatore finale. C’era un vuoto normativo enorme, che ha lasciato i sindaci da soli». «Attendiamo il deposito delle motivazioni, ma ricorreremo in appello», ha commentato ieri, dopo la condanna di Deledda, l’avvocato Basolu. Le tre condanne sono state sospese con il beneficio della condizionale.

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