La Nuova Sardegna

Regione, aula schierata con i lavoratori

Regione, aula schierata con i lavoratori

Approvato un ordine del giorno. Ma si è parlato anche del caso Tirrenia

03 ottobre 2018
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CAGLIARI. Dalla parte di chi vuole resistere e spera di non essere costretto da Air Italy a tagliare i ponti con Olbia per lavorare all’aeroporto di Milano-Malpensa. All’unanimità il Consiglio regionale ha votato l’ordine del giorno che dà «un forte mandato alla Giunta per impedire ben 51 trasferimenti», perché «una compagnia area che è nata in Sardegna, deve continuare a investire in Gallura e non può invece snaturare e svuotare quella che è la sua sede naturale, Olbia». Lo ha detto, nel presentare l’ordine del giorno, chi l’ha firmato e proposto per primo: il consigliere regionale Giovanni Satta del Psd’Az. Tutti gli altri partiti lo hanno poi firmato al termine di una seduta in cui s’è parlato solo di trasporti. E ben oltre il caso Air Italy (una delegazione dei lavoratori era presente nella tribuna del Consiglio) ma anche di Tirrenia: «Nel 2020 vogliamo sederci con pieno diritto e non come semplici testimoni al tavolo della convenzione, perché anche quest’anno il caro tariffe è stato un disastro ed è inaccettabile», è stato detto in aula. Poi di continuità territoriale aerea, il bando sta per essere pubblicato dall’Unione e «speriamo che funzioni meglio del vecchio e confuso modello» e anche della possibile privatizzazione (che non ci sarà) dell’Arst. E proprio perché in un’isola tutto è legato ai trasporti, soprattuto quelli verso la terra ferma, il Consiglio regionale ha sollecitato che «la Giunta ad aprire al più presto più di un tavolo tecnico e politico con il Governo per uscire dall’emergenza». La prima, ha ribadito Satta, è quella dei 51 dipendenti di Air Italy: «Non possiamo assistere in silenzio a quanto sta accadendo. Dobbiamo trovare le soluzioni per evitare che ci sia questo sdradicamento dalla Gallura di famiglie e professionalità. Serve da parte nostra una presa di posizione decisa che permetta alla Giunta di pretendere il blocco di quei trasferimenti, facendo pressione non solo su Air Italy, ma sul socio dell’ex Meridiana, la Qatar Airway, sull’ambasciatore qatoriota a Roma e sul Governo, che dalla trattativa non può escludere, come ha fatto, nè la Regione e neanche i sindacati». Per la verità i trasferimenti, come ha confermato l’assessore ai trasporti Carlo Careddu, sono stati rinviati di una settimana, «è in corso una mediazione fra azienda e sindacati», e poi «i dipendenti in bilico dovrebbero essere di meno. In 13 hanno dato il loro assenso a lavorare a Malpensa, per altri ancora è allo studio un’alternativa e quindi ad andar via senza il loro consenso dovrebbero essere una decina». Ma a parte questi numeri l’assessore ha detto che «comunque Air Italy deve fare chiarezza sul suo piano industriale e sugli investimenti, mentre invece continua a sfuggirci». Nel dibattito tutti i partiti di maggioranza e opposizione si sono schierati contro i trasferimenti. Il centrodestra – da Forza Italia all’Udc, a Fdi, con Giuseppe Fasolino, Marco Tedde, Luigi Crisponi, Alessandra Zedda, Gigi Rubiu, Attilio Dedoni e Gianni Lampis – ha comunque contestato la Giunta: «Ha battuto troppo poco i pugni e gli effetti sono questi». Di contro il centrosinistra – dal Pd a Mdp, con Antonio Solinas, Daniele Cocco, Giuseppe Meloni e Renato Cacciotto – ha ribattuto: «Il colpevole non è l’assessore». Alla fine l’ordine del giorno è passato dopo che Pierfranco Zanchetta dell’Upc aveva detto: «Attenti alle manovre striscianti della Lega su Malpensa» e Gianfranco Congiu, Pds, aggiunto: «Bloccheremo i trasferimenti». (ua)

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