La Nuova Sardegna

I sindacati: «Meno tasse per aiutare chi sta peggio»

I sindacati: «Meno tasse per aiutare chi sta peggio»

Cgil, Cisl e Uil però sono contrari a un taglio generalizzato dell’Irpef regionale I sindaci: «Più servizi per le famiglie». Positivi i primi confronti sulla Finanziaria

04 ottobre 2018
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CAGLIARI. L’ipotesi che diminuisca la pressione fiscale per i sardi piace a tutti e ci mancherebbe altro. Però è sugli effetti della possibile sforbiciata che in molti vorrebbero sapere di più. «Dobbiamo avere la certezza che i benefici ricadano sulle famiglie in difficoltà», hanno detto i sindacati. I Comuni hanno rilanciato: «Ridurre un’aliquota non basta se poi mancano i servizi essenziali, o dove ci sono finiranno per costare di più». Sempre dai sindaci è arrivato anche questo suggerimento: «Indirizziamo le risorse annunciate per contenere lo spopolamento e aumentare le nascite. Sono due emergenze che devono trovare una risposta nella Finanziaria». Comunque è stato, in estrema sintesi, un giudizio solo provvisorio, perché «ancora non è chiaro quale schema sarà proposto per intervenire sull’addizionale regionale Irpef». Sarà scelto dal Consiglio, non dalla giunta Pigliaru, così è stato deciso negli accordi preliminari fra i partiti della maggioranza di centrosinistra. E infatti nella prima giornata in cui la Regione ha presentato la manovra contabile 2019, l’assessore al bilancio Raffaele Paci mai ha accennato all’eventuale alleggerimento della pressione fiscale.

I sindacati. Ma è ovvio che proprio l’annuncio du possibile taglio è stato uno dei temi più gettonati fuori dalla stanza in cui ci sono stati i faccia a faccia ufficiali. Così Michele Carrus, segretario regionale della Cgil, ha commentato quella che per lui ora è un’indiscrezione. «Per evitare che il taglio delle tasse possa essere interpretato come una manovra elettorale – ha detto – non dovrà essere generalizzato, ma mirato. Quindi, siamo completamente contrari a un’eventuale riduzione uguale per tutte i redditi, perché alla fine premierebbe i benestanti e non certo chi sta peggio». È una presa di posizione netta, confermata da Gavino Carta, segretario regionale della Cisl: «Noi siamo per la progressività delle aliquote. Chi ha meno paga meno e chi ha di più paga di più. È un principio per noi fondamentale». Più possibilista è stata Francesca Ticca, segretaria regionale della Uil. «È innegabile che i cittadini versino all’Erario e quindi l’argomento tasse è fra i più sensibili. Al momento opportuno, solleciteremo tutti i chiarimenti possibili e diremo anche questo: qualunque sia lo schema, dovrà avere un’efficacia immediata sui redditi delle famiglie». Per Sandro Pilleri dell’Ugl, «ridurre le tasse è sempre un bene e quindi aspettiamo dei leggere non annunci ma proposte concrete».

I sindaci. Ancora più nel dettaglio sono entrati Emiliano Deiana dell’Associazione dei Comuni e Andrea Soddu del Consiglio delle autonomie. Il primo ha detto: «Sappiamo che in ballo ci sono 30 milioni. Bene, noi chiederemo che siano investiti nella lotta alla denatalità e allo spopolamento, attraverso incentivi alle famiglie come bonus bebè e sgravi fiscali». Soddu ha aggiunto: «La leva fiscale deve andare di pari passo con le politiche di sviluppo economico e sociale. Altrimenti finirebbe per non incidere sui territori».

La Finanziaria. Sulle linee guida della Manovra, sarà intorno ai 7,5 miliardi, il giudizio è stato positivo anche da parte degli imprenditori. «Continua a essersi il macigno della sanità e questo rende sempre difficile poter indirizzare gran parte delle risorse sulle politiche per far crescere l’economia», ha detto Mirko Murgia, presidente di Confapi, l’associazione delle piccole imprese. Ma l’assessore Paci ha confermato che «il disavanzo sarà presto azzerato e quindi possiamo cominciare a respirare». Per Claudio Atzori: «Le aziende devono essere sostenute con più decisione. I passi in avanti ci sono stati, ma serve continuità negli interventi per evitare una ripresa a strappi, o peggio ancora che una parte della Sardegna rimanga sempre troppo indietro». I sindaci si sono detti soddisfatti per la conferma del Fondo unico per gli enti locali, sarà ancora intorno ai 600 milioni: «È la nostra ancora di salvezza – hanno sottolineato – dopo che lo Stato ormai non ci trasferisce quasi nulla». Hnno detto sì ai 50 milioni destinati ai Comuni in difficoltà finanziarie, ai 5 per le Province allostremo. Vanno bene i 50 milioni per rifinanziare i cantieri del piano Lavoras, i 45 e potrebbero essere qualcosa in più per il «Reis» o reddito di inclusione sociale e i 70 nel capitolo «programmazione territoriale». «Sono tutte azioni – hanno detto – che attraverso i Comuni faranno da barriera alla disoccupazione e alla povertà, i due drammi denunciati con forza dai sardi». I sindacati lo hanno detto: «Ci soddisfa l'impalcatura della manovra tra politiche del lavoro e sociali: le risorse sono bene indirizzate. Però la Sardegna ha sulle spalle ancora 43mila disoccupati nonostante le diverse contromosse per far fronte alla crisi. Quindi, va migliorata l’efficacia degli interventi». Alla fine degli incontri l’assessore Paci dirà: «Ho percepito un clima buono e ci sono le premesse perché la Finanziaria possa essere condivisa davvero da tutti». (ua)

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