La Nuova Sardegna

Laurearsi conviene: il lavoro arriva prima

Laurearsi conviene: il lavoro arriva prima

Nell’isola il titolo di studio accorcia più che altrove i tempi di ingresso nel mercato. Nella fascia 25-34 anni è disoccupato solo il 10%. Erasmus, Sassari è leader

04 ottobre 2018
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SASSARI. Un laureato sardo ha maggiore probabilità di trovare lavoro rispetto alla media nazionale: lo dicono i dati Istat incrociati con quelli del Consorzio universitario Almalaurea. Se nella fascia d’età 25-34 anni il tasso di disoccupazione in Sardegna è più alto di oltre 10 punti rispetto alla media italiana (27,6% a fronte del 17 nazionale) il titolo di studio conseguito è l’arma in più in dotazione ai ragazzi sardi. Tra i laureati nell’isola, infatti, il tasso di disoccupazione nella stessa fascia d’età scende al 10,4% a fronte del 13,7% di media nazionale. Significa che in Sardegna la laurea è associata a una riduzione del 17,2 della percentuale disoccupazione. Ma paga anche un titolo di studi inferiore: per i diplomati sardi il tasso è del 17,3%, 10,3% in più rispetto al totale e 7 punti in meno rispetto ai laureati. Ecco perché – nonostante nell’isola il tasso di occupazione a un anno dalla laurea si fermi al 57% a fronte del 71% di media nazionale – studiare in Sardegna conviene: nel mercato del lavoro isolano, meno dinamico rispetto ad altre realtà soprattutto del Nord Italia, avere una laurea può fare la differenza. Soprattutto se il percorso di studi è arricchito da una esperienza all’estero attraverso la partecipazione ai progetti Erasmus: su questo la Sardegna è molto avanti, con i due atenei attivi nel tessere legami con le università europee.

Sassari, in particolare, ha la leadership nazionale sui movimenti Erasmus in uscita con il 19% di ragazzi che hanno fatto una esperienza Erasmus, il 10,2% in più rispetto alla media nazionale ferma all’8,4%. Anche Unica, l’Università di Cagliari, è più avanti rispetto al dato medio degli atenei italiani con quasi l’11% degli studenti che vanta una esperienza formativa all’estero. E se il titolo di studio conseguito accelera l’ingresso nel mercato del lavoro, è vero – così come sottolinea il report di Almalaurea – che gli stipendi base in Sardegna sono più bassi rispetto alla media nazionale. Ma anche in questo caso vale il discorso fatto su laureati-diplomati: un laureato sardo in proporzione guadagna molto di più rispetto a un diplomato. Ecco i numeri. Istat calcola che nel 2017 il reddito mensile netto per un laureato tra 25 e 34 anni è di 1283 euro contro una media nazionale di 1340, mentre all’estero l’importo sale sino a 1800 euro. Un diplomato invece guadagna in Sardegna 800 euro, che diventano 850 in Italia e 1200 all’estero. Quindi in Sardegna il laureato guadagna il 60% in più rispetto a un diplomato, in Italia lo stacco si ferma al +57%. Le percentuali insomma incoraggiano i ragazzi a studiare per farsi strada in un mercato del lavoro difficile come quello isolano. Dove anche l’età ha la sua importanza e in Sardegna resta piuttosto alta: 26 anni per la Triennale e 29 per la Magistrale. Dice il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli: «Dal 2015 l’età media si è abbassata pur rimanendo ancora alta. Sappiamo che dobbiamo migliorare. Siamo impegnati nell’orientamento in ingresso– attraverso progetti con le scuole ed enti di alta formazione – in itinere e in uscita. E revisioniamo continuamente l’offerta per adeguarla alla domanda di competenze che arriva dal mercato».
 

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