La Nuova Sardegna

Arborea, Bonifiche Ferraresi rilancia: «Ora nuovi investimenti»

di Simonetta Selloni
Arborea, Bonifiche Ferraresi rilancia: «Ora nuovi investimenti»

La più grande azienda italiana scommette su integratori e colture bio. «Crediamo fortemente in questo territorio e nella forza del capitale umano»

05 ottobre 2018
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INVIATA AD ARBOREA. Parte da qui, dal rinato Centro 3 Sassu, quello che potrebbe definirsi un nuovo patto tra il consumatore e l’agroindustria. O, per dirla con le parole dell’amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi Federico Vecchioni, «La terra non fallisce e riconsegna la fiducia nell’agroindustria da parte dei consumatori». Piana di Arborea (anche se territorio di Marrubiu): fino a un anno fa il Centro 3 Sassu era un desolante esempio di archeologia agraria, il simbolo decadente di una ricchezza – quella dell’ex Sbs –, sfiorita e improduttiva. Oggi, dopo l’arrivo di Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana e l’unica quotata in Occidente, lo scenario è completamente cambiato. Le strutture sottoposte al centro di una poderosa e rispettosa ristrutturazione, le coltivazioni che già con le piante officinali sono in produzione e sul mercato con le tisane a marchio “Le stagioni d’Italia”, sono la migliore risposta a un’economia che ha un’indiscutibile valenza sociale.

L’orgoglio della ripresa. «C’è un orgoglio della costruzione e della ripresa. Accanto al piano industriale ci sono obiettivi condivisi dagli uomini che lavorano e stanno dando gambe al progetto», ha sottolineato Vecchioni. I 1080 ettari ex Sbs, e ora interamente biologici, acquisiti da Bonifiche Ferraresi, sono a pieno regime dentro la triangolazione Emilia Romagna-Toscana-Sardegna. Su queste coordinate la più grande azienda agricola italiana, l’unica quotata in tutto l’Occidente, ha fondato il suo concetto di ottimizzazione della filiera, controllo totale della qualità, a partire dal seme: il progetto dal genoma allo scaffale.

Il valore aggiunto. «La Sardegna offre uno straordinario valore aggiunto al brand – precisa Vecchioni –. Abbiamo già investito nell’acquisizione dell’ex Sbs venti milioni di euro, e ci prepariamo a ulteriori investimenti nel medio e lungo periodo. Il fatto che abbiamo ottenuto la conversione a biologico su tutta l’estensione è importante perché sul mercato viaggia a due cifre, il che dimostra l’attenzione dei consumatori. Dal nostro profilo è la scelta giusta», dice Vecchioni.

La terra. La terra è elemento al quale tornare e sul quale investire importanti capitali. La visione di Vecchioni e del management di Bonifiche ha evidentemente convinto gli azionisti di BF. Nomi di peso del firmamento industriale e della finanza italiana. «La sottoscrizione dell’aumento di capitale di 150 milioni non servirà a coprire il disavanzo ma per nuovi investimenti. Ecco, penso che per questo territorio sia importante sapere che c’è un soggetto economico che non si limita ad arrivare, ma crede nel territorio, nelle sue forze, nel capitale umano», è la convinzione dell’Ad.

L’occupazione cresce. Non solo i 26 lavoratori che facevano parte del patrimonio “ereditato” dall’ex Sbs. Oggi, nella nuova azienda lavorano almeno una cinquantina di persone, tra stabili e stagionali. «La crescita dell’azienda è connessa alla storia del territorio. E per questo che riteniamo importantissimo il ritorno alla zootecnia», sottolinea Vecchioni. Un chiaro segnale alla piana, che sull’allevamento dei bovini ha costruito gran parte della sua ricchezza. E che, almeno nella prima fase, aveva accolto in modo tiepido l’arrivo di BF.

Filiera zootecnica. Accanto agli uffici direzionali del Centro 3 Sassu sono in fase avanzatissima i lavori per le stalle dove saranno ospitati 2500 bovini. «Sono capi che arriveranno da quest’area, nell’ambito dell’assegnazione del contratto di filiera zootecnica dal ministero, che coinvolge 170 aziende», spiega Vecchioni. Il progetto è curato da Inalca, il più importante produttore europeo delle carni bovine, controllata da Cremonini, azionista di Bonifiche Ferraresi. «I capi saranno svezzati al Centro 3 e poi inviati a Ferrare al centro ingrasso».

Agricoltura e zootecnia 4.0. Il ritorno della zootecnia è il percorso virtuoso per un’agricoltura di precisione che avrà, dai residui organici delle mucche, un evidente contributo. E il prodotto che scaturirà dalle terre di BF avrà una tracciabilità virtuosa che lo porterà sugli scaffali della grande distribuzione, con la quale sono stati già stretti accordi sul doppio binario: il marchio “Le stagioni d’Italia”, che viaggerà autonomamente, e quindi il brand proprio dei colossi quali Conad, Esselunga, Coop, e Finiper e Bennet.

Amianto e ritardi. Quando arriveranno i bovini al Centro 3? «L’avvio della produzione era previsto entro settembre, ma – spiega Vecchioni – si sono dovuti fare i conti con i problemi strutturali. È stato necessario bonificare ventimila metri quadri d’amianto, per il quale sono stati spesi 300mila euro. I tempi di ultimazione delle stalle sono slittati anche per via delle procedure richieste per lo smaltimento».

Gli integratori alimentari. Piante officinali e aromatiche già in produzione e già sul mercato, ma a breve legumi, ortaggi e una nuova prospettiva. «Nel processo di verticalizzazione industriale stiamo analizzando nuovi asset: tra questi, gli integratori alimentari», dice Vecchioni. La costante ricerca di Bonifiche Ferraresi è incentrata sulle diverse filiere. Quella degli integratori è certamente una ad altissimo valore aggiunto. E fa parte di un discorso di progettualità e ampliamento di investimenti che avranno una inevitabile ricaduta su Arborea.

Qualità costante. «Arborea come Cortona o Ferrara. La riconoscibilità della gestione uniforme e quindi delle caratteristiche di innovazione tecnologica, qualità del prodotto e sostenibilità della produzione devono costituire un unicum. E Arborea ne fa parte a pieno titolo», dice ancora Vecchioni.

Il futuro e il passato. «Una operazione come questa si articola sul medio lungo periodo e ha necessità di continui investimenti anche sul fronte del marketing, dell’advertising, del lancio dei prodotti e del brand. Pensiamo che nel primo semestre 2019 ci sarà il potenziamento della filiera delle aromatiche», precisa l’Ad. Che nell’anno del centenario dell’ex Sbs, ribadisce la disponibilità di BF a «interagire con le amministrazioni locali».

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