La Nuova Sardegna

l’allarme 

Inps, 11 sedi su 19 a rischio chiusura

Ganau ha convocato un incontro urgente per mercoledì

06 ottobre 2018
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SASSARI. La mannaia dell’Inps ha ripreso a roteare sopra le sedi distaccate di tutta Italia. E su 11 delle 19 sedi regionali. Il presidente Tito Boeri ha inviato in tutte le agenzie nazionali il “regolamento di attuazione del decentramento territoriale dell’istituto”. Una comunicazione ufficiale del 21 settembre, che ha un chiaro significato: i tagli vanno avanti. E la “resistenza” che l’Isola mette in campo da quando Boeri nel 2017 iniziò ad affilare le forbici, riprende. Con il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau che il prossimo mercoledì ha convocato un incontro con la conferenza dei presidenti dei gruppi aperta a Comuni, sindacati, presidenti provinciali Inps e alla direzione regionale dell’Ente. Il tentativo è di stoppare per l’ennesima volta lo sciagurato progetto di riordino dell’ente, che in tutta l’Isola eroga quasi 4 miliardi e mezzo all’anno e gestisce oltre 400 “servizi”, ed è da anni sottoposto a una durissima stretta sugli organici a fronte di un progressivo aumento delle domande di aiuto, in arrivo da un territorio drammaticamente impoverito dalla infinita crisi. Nonostante questo il “piano Boeri” considera poco produttive le agenzie con un bacino di utenza di meno di 60mila abitanti e meno di 10 dipendenti. Numeri che, calati nell'Isola, vorrebbe dire porte chiuse nelle sedi di Alghero, Ozieri e Tempio. Ma anche a Macomer, Gavoi, Siniscola e Sorgono, Giba, Assemini, Isili, Pirri, con le uniche agenzie salvate che sarebbero le quattro provinciali (Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro) più quelle di Quartu, Iglesias, Olbia e Lanusei. L’ennesimo arretramento dello Stato in una Sardegna sempre più sola. (g.bua)

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