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Pedopornografia, otto indagati Arrestato un 60enne nuorese

Pedopornografia, otto indagati Arrestato un 60enne nuorese

NUORO. Incensurato e insospettabile, sessant’anni, impiegato in una ditta privata, probabilmente sposato: è l’identikit del nuorese arrestato ieri nella sua abitazione in città con la pesante accusa...

06 ottobre 2018
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NUORO. Incensurato e insospettabile, sessant’anni, impiegato in una ditta privata, probabilmente sposato: è l’identikit del nuorese arrestato ieri nella sua abitazione in città con la pesante accusa di scambio e detenzione di materiale pedopornografico. Di più non è dato sapere sull’identità dell’uomo che al momento è l’unica persona finita in cella nell’ambito di un’operazione complessa avviata dalla Polizia Postale di Venezia e che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di altre sette persone. Il sessantenne nuorese si trova ora rinchiuso nel carcere di Uta, dove sarà sentito al più presto dai magistrati della procura di Cagliari che conducono l’inchiesta per quanto riguarda la Sardegna.

In totale erano una trentina gli utenti che si scambiavano in rete materiale pedopornografico scoperti dall'indagine della Polizia Postale del Veneto, che ha portato a perquisizioni domiciliari e informatiche nei confronti di otto persone residenti in varie città italiane. L’unico arrestato è appunto un sessantenne di Nuoro, al quale viene contestata la detenzione di una ingente quantità di materiale pedopornografico. Il giro di immagini e file avveniva per lo più tramite la piattaforma Skype. Attraverso una complessa attività di indagine, avviata nel 2013 e diretta dalla procura della Repubblica di Venezia, è stato possibile risalire alle reali identità delle persone che in modo anonimo continuavano a scambiarsi file pedopornografici in rete. Sono così scattate, fra il 3 e il 4 ottobre, le perquisizioni nei confronti di otto soggetti residenti nelle province di Benevento, Pavia, Bari, Bergamo, Milano, Aosta, Livorno, Pesaro e appunto Nuoro. Sono stati inoltre sequestrati numerosi dispositivi informatici utilizzati per l'archiviazione e la diffusione dei file incriminati.

Il fatto che l’unica persona coinvolta nell’inchiesta sia l’impiegato nuorese fa supporre che il suo ruolo nella diffusione del materiale fosse di primo piano: sarebbero infatti migliaia i filmati a carattere pedopornografico trovati nei vari pc e nel telefonino dell’uomo finito agli arresti.

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