La Nuova Sardegna

La bimba con due padri i giudici dicono sì

di Nadia Cossu
La bimba con due padri i giudici dicono sì

Il tribunale di Sassari accoglie il ricorso e riconosce la genitorialità per entrambi

07 ottobre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Una casa circondata da alberi d’ulivo, il profumo intenso della campagna, la quiete. Viene subito da pensare che quello è davvero l’ambiente ideale per trascorrere una vita serena. E ne hai subito la conferma quando varchi l’uscio, entri in una piccola stanza colorata e senti il respiro profondo di una dolcissima bimba di due anni e mezzo che si è appena abbandonata al sonno.

I genitori la guardano e sorridono: «Avevamo rinunciato al sogno di avere un figlio, poi abbiamo visto altre coppie come noi e abbiamo capito che c’era ancora una possibilità». Possibilità diventata realtà quando, a maggio del 2016, è venuta alla luce la piccola. E quei genitori con gli occhi lucidi che trasmettono un amore infinito sono due papà. O meglio: uno è il babbo e l’altro è il papà. «Così ci distingue» dicono loro.

Protagonista di questa bella storia è una coppia omosessuale che due anni fa è ricorsa alla “gestazione per altri” (Gpa) in California (in Italia la maternità surrogata è vietata dalla legge) e oggi festeggia uno dei momenti più belli e importanti della vita perché il tribunale di Sassari (e si tratta del primo caso in Sardegna) accogliendo il ricorso dell’avvocato Pina Zappetto ha di fatto sancito il pieno riconoscimento della genitorialità a entrambi i papà. Il decreto emesso dal collegio della seconda sezione civile presieduto da Giuseppina Sanna (con Stefania Deiana relatore e a latere il terzo giudice Ada Gambardella) ha infatti autorizzato la rettifica dell’atto di nascita originario dove era indicato il nome di un solo papà, quello biologico. Ora, quindi, grazie a questa decisione del tribunale, il Comune di residenza ha trascritto il nuovo documento con entrambi i padri.

I due padri vivono in un paese del Sassarese e stanno insieme da tredici anni. Dall’anno scorso sono uniti civilmente. Seduti nel salotto accogliente del giardino – mentre la bimba dorme – provano a raccontare la loro storia, con delicatezza, prudenza, persino un pizzico di timore. «Perché purtroppo i pregiudizi sono ancora tanti» e accettare che una coppia gay possa crescere un figlio allo stesso modo in cui lo farebbero un padre e una madre “tradizionali” sembra essere ancora una realtà difficile da contemplare. «Aver conosciuto l’associazione Famiglie Arcobaleno – spiegano – che mette insieme le famiglie omogenitoriali, ci ha aiutato molto a intraprendere questa strada proprio perché ci ha messo di fronte a situazioni simili alla nostra».

I due papà sono volati negli Stati Uniti e lì il loro sogno ha cominciato a prender forma. Dopo nove mesi e un viaggio di ritorno durato quasi 24 ore, sono rientrati a casa con la loro piccola. «Ha dormito per tutto il tragitto – ricordano oggi con un sorriso – è una bambina tranquilla che non ci ha mai fatto “perdere” troppe ore di sonno». Come si impara a essere padri? «Come impara una mamma a diventare mamma?», la risposta molto efficace. Giorno dopo giorno, seguendo i consigli di chi genitore lo è già, leggendo, «o semplicemente guardando e ascoltando tua figlia. In realtà è stato meno faticoso di quanto immaginassimo. Ha prevalso il fascino di questa esperienza, perché vivi l’evoluzione, la trasformazione quotidiana, l’apprendimento. E scopri che è tutto meraviglioso».

Non vogliono pensare troppo al futuro ma una certezza ce l’hanno: «La accompagneremo giorno dopo giorno ma non vogliamo programmarle la vita». E se un giorno dovesse scontrarsi con qualche pregiudizio? «Saremo sempre trasparenti con lei e le nostre sicurezze saranno la sua forza per difendersi».

I giudici, a proposito di “pregiudizi” scrivono una cosa importante: «Il nostro ordinamento – si legge nel decreto – non prevede che la valutazione dell’idoneità all’esercizio della funzione genitoriale sia collegata all’orientamento sessuale del genitore o comunque al fatto che i genitori siano di sesso diverso, valorizzandosi come prioritaria l’esigenza di garantire il diritto del minore alla certezza e stabilità del rapporto familiare con coloro che effettivamente ne esercitano la funzione». Certezza che, di sicuro, questa bimba ha.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative