Obiettivi: tra etica e cibi di qualità
Quando si parla di benessere animale nel settore della zootecnia non si fa riferimento solamente all’aspetto etico, ovvero all’esigenza sempre più diffusa di attenzione nei confronti della sofferenza...
07 ottobre 2018
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Quando si parla di benessere animale nel settore della zootecnia non si fa riferimento solamente all’aspetto etico, ovvero all’esigenza sempre più diffusa di attenzione nei confronti della sofferenza di esseri senzienti e dell’esigenza di dare loro delle condizioni di vita che si avvicinino il più possibile a quelle di cui godrebbero in natura. Tenendo comunque presente che molti di essi sono allevati per divenire cibo, si parte infatti dalla considerazione che il livello qualitativo delle produzioni di origine animale sia superiore se negli allevamenti il benessere sia tale da evitare o comunque limitare il più possibile lo stress e il dolore, fattori che predispongono gli animali alle malattie e alle tossinfezioni. Insomma il fine ultimo dell’interesse sul tema è legato soprattutto alla tutela del consumatore e di conseguenza della filiera. Importante però che l’argomento venga comunque preso in considerazione, anche se la pratica dell’allevamento intensivo rende tutto molto aleatorio ed è difficile parlare di benessere per animali costretti a passare la vita in condizioni così innaturali. L’Unione europea vanta una normativa tra le più avanzate al mondo e si occupa di tutti gli aspetti che possono contribuire al benessere dei capi allevati, con direttive specifiche per le varie specie (bovini, ovini, suini, pollame): strutture di ricovero, densità, spazi a disposizione, condizioni di trasporto; ma anche i metodi di macellazione che dovrebbero mirare a limitare le sofferenze, e le modalità del taglio della coda praticato ad esempio ai suini. Per il benessere animale l’Ue ha previsto dei contributi, erogati alle aziende che rispettano i programmi, mediante la misura 14 del Piano si sviluppo rurale. In Sardegna i controlli sono effettuati dai tecnici dell’Aras tramite una convenzione con l’agenzia regionale Laore che gestisce il trasferimento dei fondi. (apalm)
