La Nuova Sardegna

Mondialpol, due in cella per l’assalto al caveau

di Gianni Bazzoni
Mondialpol, due in cella per l’assalto al caveau

Un giovane e un 58enne residenti a Oristano farebbero parte della banda

09 ottobre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Non avevano fissa dimora, dormivano sempre in luoghi diversi, anche a Sassari. Per questo la loro cattura non è stata semplice e ha richiesto una tenace azione da parte degli investigatori della squadra mobile della questura di Sassari. Ieri mattina, però, gli agenti hanno chiuso il cerchio attorno a Claudio Salis, 23 anni di Oristano e Anacleto Steri, 58, di Domusnovas ma ufficialmente residente a Oristano. Sono ritenuti due dei presunti componenti della banda di rapinatori che la sera del 30 maggio 2018 ha tentato (fallendolo di poco) l’assalto armato al caveau della Mondialpol a Sassari. Gli investigatori della Mobile guidati dal dirigente Dario Mongiovì hanno notificato ai due le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Sassari Giancosimo Mura e richieste dal sostituto procuratore della Repubblica di Sassari Enrica Angioni. I due sono stati rinchiusi nel carcere di Bancali.

A Steri e Salis, il magistrato ha contestato oltre al tentativo di rapina alla Mondialpol (la sede è nella zona di Caniga), anche il tentato omicidio di una guardia giurata in servizio quel giorno e contro la quale erano stati esplosi diversi colpi d’arma da fuoco. E ancora: il furto della terna poi utilizzata per compiere l’assalto, la detenzione e il porto illegale di armi e munizionamento da guerra. L’indagine – che ha vissuto a lungo sotto traccia proprio per la delicatezza delle diverse fasi portate avanti dagli investigatori della Mobile sassarese – sembra quindi avere imboccato una posta precisa e potrebbe riservare sviluppi interessanti. Secondo la ricostruzioni effettuata dagli inquirenti, Steri e Salis si sarebbero adoperati per consentire il furto della pala meccanica e di un pianale utilizzato per il trasferimento della macchina operatrice fino a Sassari. Il furto era stato messo a segno a Santa Giusta, il 25 maggio (cinque giorni prima dell’assalto alla Mondialpol). Entrambi i mezzi erano parcheggiati in un piazzale accanto alla comunità di recupero dove gli arrestati erano ospitati in quel periodo. Grazie ad alcune intuizioni apparse da subito interessanti, gli investigatori della squadra mobile sassarese – che hanno potuto contare sulla collaborazione dei carabinieri del comando provinciale e della compagnia di Oristano oltre alla efficace sinergia con la procura della Repubblica di Oristano – avevano concentrato l’attenzione su Claudio Salis e Anacleto Steri. Ora l’attività investigativa prosegue per cercare di identificare le altre persone (sei o sette) che facevano parte della banda protagonista dell’assalto armato alla Mondialpol di via Caniga.

Una rapina studiata mettendo in campo un piano fotocopia, giusto con qualche piccola variante rispetto al colpo del marzo del 2016 che invece aveva fruttato un bottino di circa 10 milioni di euro. L’idea è che nella banda ci fosse almeno uno dei partecipanti alla rapina di due anni prima, un personaggio capace di trasferire informazioni e conoscenze e di schierare sul campo la banda con armamento da guerra. L’allarme era scattato intorno alle 21,30. Per sfondare il cancello di ingresso della sede della Mondialpol era stata utilizzata la pala meccanica (quella rubata appunto a Santa Giusta). I banditi però non erano riusciti ad andare molto oltre l’ostacolo. Era subito scoppiato il finimondo con un conflitto a fuoco tra rapinatori e vigilantes: decine di colpi sparati. Tempo perso, incertezze fatali. A quel punto il colpo era fallito e la banda aveva preferito la fuga lasciandosi dietro alcune auto bruciate. Nessuno tra gli addetti alla vigilanza era stato colpito. Ma per uno di loro in particolare, il rischio era stato elevatissimo. Ora la svolta nelle indagini e l’interesse che si riaccende anche sulla prima rapina, quella riuscita e che aveva fruttato ai banditi più di 10 milioni di euro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative