La Nuova Sardegna

Vincenzo Onorato: sì alla continuità gestita dalla Regione

di Alessandro Pirina
Vincenzo Onorato: sì alla continuità gestita dalla Regione

Il patron di Moby-Tirrenia: «Aperto a qualsiasi soluzione stabilirà il governo». E replica agli attacchi di Grimaldi: «È falso dire che non ci sia stata una gara»

10 ottobre 2018
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SASSARI. Nella guerra dei mari non si vede alcuna pace all’orizzonte. Anzi. Tra Grimaldi e Onorato lo scontro è ormai sempre più acceso. Col mar Tirreno, in particolare nel tratto tra la Sardegna e la penisola, a fare da teatro di guerra. Da Atene l’ad Emanuele Grimaldi aveva attaccato il patron di Tirrenia e Moby su tutti i fronti, in particolare sulla convenzione per la continuità in Sardegna da 70 milioni di euro all’anno. «Uno scandalo gravissimo», aveva tuonato l’armatore napoletano, rilanciando l’idea del figlio Guido di fare viaggiare gratis i sardi con la metà della stessa cifra. «Sono solo parole», liquida la proposta Vincenzo Onorato, che apre alla possibilità di una continuità marittima gestita direttamente dalla Regione, sulla falsariga di quella aerea. E nel frattempo si dice pronto ad accettare quelle che saranno le decisioni del governo sulla convenzione per la Sardegna in scadenza nel 2020.

Onorato, perché secondo lei c’è tanta tensione sui trasporti marittimi in Sardegna?
«In realtà la tensione non è solo sulla Sardegna, dove non esiste monopolio, perché operano oltre a noi, Gnv, Sardinia ferries, Grimaldi e Tarros, ma sul Mediterraneo intero».

Crede che si possano applicare tariffe più vantaggiose per chi viaggia in traghetto?
«Per la Tirrenia le tariffe sono stabilite dalla Convenzione con lo Stato, le altre sono di mercato, ma nessuno parla delle tariffe Moby, quindi completamente al di fuori dalla Convenzione, sulla Livorno-Olbia e sulla Piombino-Olbia a 5 euro al passeggero più le tasse, perché non fa notizia».

Quali sono le strategie pensate dal gruppo Onorato per l’isola?
«Le stesse che ci legano alla Sardegna da oltre 100 anni di storia di collegamenti con l'Isola e, senza polemica, nessuno parla dei circa 500 sardi che lavorano con noi da generazioni. Serviamo la Sardegna in silenzio con umiltà e impegno».

Lei è favorevole a una rivoluzione nella continuità territoriale marittima? Per esempio che come quella aerea venga gestita in modo diretto dalla Regione?
«Assolutamente sì».

La convenzione tra lo Stato e Tirrenia continua a essere terreno di scontro con il Gruppo Grimaldi. L’ad Emanuele Grimaldi ha lanciato il modello spagnolo: lo Stato dia i soldi ai cittadini e non agli armatori. In tal modo, secondo la sua visione, ogni cittadino sarà libero di scegliere con quale compagnia viaggiare. Che ne pensa?
«Sono aperto a qualsiasi soluzione stabilirà il nuovo governo».

Grimaldi contesta la convenzione tra Tirrenia e lo Stato sotto tutti i punti di vista: troppi i 70 milioni di euro all’anno e affidamento fatto senza gara. Quei soldi, dice Grimaldi, potrebbero essere destinati a welfare e sicurezza.
«È falso che non ci sia stata una gara come è emblematico che Grimaldi "dimentichi" i 200 milioni di euro che la Sicilia prende per i collegamenti minori dove operano i suoi ex soci e amici. La Delcomar, per la stessa tipologia di collegamenti in Sardegna, ne prende solo una quindicina, come noi del resto con Toremar per assicurare i collegamenti con tutto l'arcipelago toscano. È tutta una grande ipocrisia».

Come giudica l’annuncio di Grimaldi di volere fare viaggiare gratis i sardi con la metà di quanto riceve Tirrenia con la convenzione?
«Fatti, please e non parole e intanto sulla Civitavecchia-Porto Torres non imbarchi extracomunitari o se non vuole sbarcarli li paghi come gli italiani».

Al di là dello scontro con Grimaldi, il caro traghetti continua a essere al centro del dibattito. Cosa pensa delle firme raccolte dagli ex governatori Pili e Cappellacci?
«Demagogia allo stato puro, ma siamo favorevoli al fatto che il nuovo Governo pensi a una nuova convenzione».

Tutte le forze politiche chiedono modifiche o la cancellazione della convenzione con lo Stato: cosa succederà nel 2020?
«Siamo sempre stati e siamo rispettosi della legge e rispetteremo ovviamente anche ciò che deciderà il nuovo Governo».

Con il nuovo governo è ritornata in auge la parola nazionalizzazione. Ritiene possibile un ritorno al passato dopo la stagione delle privatizzazioni?
«Tutto è possibile purché si salvino l'occupazione e collegamenti. Ricordo che il gruppo Onorato impiega tutti marittimi del nostro Paese».

Cosa rappresenta la Sardegna per il gruppo Onorato? Quali sono i punti di forza e le criticità della nostra isola?
«La Famiglia Onorato collega la Sardegna al Continente da oltre 100 anni e lavorano per noi 500 sardi sul territorio. Loro rappresentano la nostra famiglia».

Spesso i suoi concorrenti tirano in ballo legami con partiti politici e fondazioni: si è mai pentito per la partecipazione alla Leopolda di Renzi?
«Sto conducendo una battaglia per l'occupazione dei marittimi italiani sulle nostre navi. Molti armatori, e Grimaldi in primis, impiegano extracomunitari a salari diversi. Qualsiasi forza politica sposi questa causa - nel nostro Paese ci sono 50mila marittimi disoccupati - è benvenuta. Per questa causa, sono di destra, di centro e di sinistra, purché si salvi questa gente dalla miseria. Alla Leopolda ho parlato dei marittimi disoccupati e della scuola di vela che ho fondato a Napoli, Mascalzone Latino, per i bambini dei quartieri disagiati, non ho certo parlato dei miei interessi».

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