La Nuova Sardegna

Rottweiler morde bimbo, il padrone uccide il cane

di Luigi Soriga
Rottweiler morde bimbo, il padrone uccide il cane

L’animale uscito dal cancello assale il piccolo di 3 anni e lo azzanna a una gamba. Il proprietario accorre, lo bastona e lo soffoca col collare. Indaga la polizia locale

10 ottobre 2018
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SASSARI. Il cane è adagiato sul ciglio della strada vicinale Serra Secca-Prunizzedda, accanto a un muretto a secco. La lingua fuori e gli occhi vitrei. I vigili urbani controllano la carcassa, il veterinario dell’Asl lo esamina. Il padrone lo ha appena strozzato con le proprie mani: un’esecuzione a caldo, d’impeto, perché l’animale pochi istanti prima aveva azzannato un bimbo di tre anni.

Scrive la zia del piccolo su Facebook: «Sabato mio nipotino, che tra l’altro ha problemi di autismo, è stato morso dal cane del vicino, il quale poi lo ha ucciso a bastonate davanti al bambino».

È successo tutto in pochi minuti. Ma la violenza, l’adrenalina, la paura sono amplificatori percettivi, e una sequenza di qualche istante sembra dilatarsi a dismisura.

Un rottweiler è sbucato improvvisamente dal cancello e, come una belva intrisa di rabbia, si è lanciato di corsa sulla prima preda che ha visto. L’obiettivo alla portata è un passeggino. Sopra c’è un bimbo di tre anni. I genitori vedono il cane lanciato verso di loro, intuiscono subito le intenzioni. E l’istinto di protezione materno spinge la madre a un gesto immediato: fa ruotare il passeggino di 180 gradi per non esporre il piccolo all’attacco. Ma il cane non desiste, e punta ancora la preda più debole. Fa il giro e azzanna gamba del bimbo. Lui avverte una fitta lancinante al polpaccio, urla e piange. I molossi hanno un morso potente e i denti affondano facilmente nella carne. E purtroppo hanno anche un’altra caratteristica: una volta chiuse le mascelle non mollano la presa. Il padre del bambino prova in tutti i modi a liberarlo. Tirarlo e strattonarlo peggiora solo le cose, quindi d’istinto infila il proprio pugno nella bocca del rottweiler. E lo spinge dentro con tutta la forza che ha, nonostante il dolore, finché l’animale, disorientato, spalanca le fauci e libera la gamba.

Ma il cane è ancora sovreccitato, e salta addosso nuovamente al bambino. Afferra un’altra volta la gamba e questa volta il padre non riesce a infilare il pugno per allentare il morso. I molossi, quando sono un cortocircuito di adrenalina, hanno una soglia di dolore elevatissima, sono capaci di incassare colpi e pugni senza arretrare di un centimetro. Ma anche un padre che difende un figlio è capace di tirar fuori risorse inaspettate. Con una mano afferra la testa dell’animale e spinge il pollice dentro l’occhio, con tutta la forza che ha. Il rottweiler guaisce, apre la bocca e molla la presa. E poi si sente afferrare con violenza per il collare in acciaio e tirare indietro. La mano è quella del suo padrone, accorso dopo aver sentito le grida.

Porta lontano una ventina di metri l’animale, lo fa sedere per terra. Il padre riprende fiato, va a controllare la gamba sanguinante del piccolo. La madre è sotto choc, quasi perde i sensi.

Il proprietario e il cane sono fermi, e a quel punto avviene una sorta di esecuzione. Raccontano i testimoni: forse prima gli ha sferrato dei colpi, e poi ha stretto con forza il collare a strozzo. Il rottweiler è morto soffocato.

Il bambino viene accompagnato al pronto soccorso: le ferite alla gamba passeranno in una decina di giorni.

Sulla vicenda si apre l’indagine della polizia municipale. Gli agenti hanno raccolto le testimonianze, hanno formalizzato le denunce dei genitori e hanno sentito anche il proprietario del cane. Per l’uomo, oltre all’incauta custodia del cane, le lesioni procurate al bimbo, potrebbe anche scattare il reato di uccisione di animale.

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