La Nuova Sardegna

il futuro della societÀ 

Ipotesi spezzatino per Tiscali

I soci russi vorrebbero vendere. Cgil: «Tutelare i posti di lavoro»

13 ottobre 2018
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SASSARI. Spunta l’ipotesi spezzatino per Tiscali, la società fondata da Renato Soru, oggi di proprietà del magnate russo Vadim Belyaev (Soru ha mantenuto un posto in cda).

Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, i russi vorrebbero vendere tutto. L’ipotesi più probabile, come scrive il quotidiano economico di Confindustria, è lo spezzatino. Interessate a dividersi l’ex impero di Soru sono Fastweb, che ha già un piede nell’azienda, e il fondo svizzero-tedesco SpringWaterCapital. In realtà Tiscali è già sul mercato da tempo. Fastweb due anni fa ha comprato la divisione Pmi (in cambio Tiscali aveva avuto banda e connettività). A fine luglio poi Fastweb si è presa sub iudice un altro pezzo di Tiscali, le frequenze 3,5 Ghz indispensabili per lanciare il 5G che il Governo ha messo in asta a settembre toccando il maxi-prezzo di 6,5 miliardi di euro. Una vendita che però ora è in stallo. Dopo l’asta e il rilancio dei prezzi, le frequenze sono infatti diventate una miniera d’oro. Le banche, verso cui Tiscali è esposta per oltre 90 milioni su debiti totali per 170 milioni, premono per rivedere il piano di ristrutturazione, indispensabile per chiudere l’accordo con Fastweb e che vale 150 milioni di liquidità da restituire alle banche. Ma ora l’incasso sembra insufficiente e Tiscali ha tempo fino a fine mese per rivedere gli accordi.

L’anno scorso Tiscali ha chiuso il primo bilancio in utile in 20 anni. Per il 2018, invece, la società non ha ancora presentato il bilancio semestrale, chiedendo continui rinvii alla Consob. I conti di Tiscali, con la sola eccezione del 2017, tra debiti e perdite, sono molto pesanti. Per questo i russi starebbero pensando di passare la mano. A Fastweb, però, non interesserebbe tutta Tiscali: vorrebbe tenersi il ramo delle Pmi e mettere le mani sulle frequenze 3,5 Ghz. Ecco perché, sempre secondo il Sole 24 ore, è arrivato un secondo possibile acquirente: il fondo SpringWater che sta guardando tutto il resto di Tiscali, cioè l’attività retail. «La vendita spezzatino di Tiscali? I sindacati non ne sanno nulla – dice Roberto Camarra, della Cgil –, ma non mi sorprende. Tiscali ha un debito pesante e deve recuperare liquidità. In ogni caso l’importante è che non si perda neanche un posto di lavoro. In caso contrario ci sarebbero ricadute pesanti sul territorio».

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