La Nuova Sardegna

La seconda vita del macellaio di Ittiri: «Scrivo storie per i bambini»

di Claudio Zoccheddu
La seconda vita del macellaio di Ittiri: «Scrivo storie per i bambini»

Il koala Paolino è il protagonista di una collana di otto favole illustrate. Franco Cadoni: «Il mio obiettivo è raccontare i temi dell’attualità ai più piccoli»

15 ottobre 2018
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ITTIRI. C’è un koala che gira la Sardegna per insegnare ai più piccoli i valori della vita. Si chiama Paolino, è sceso dal suo albero tre anni fa e ha una caratteristica fondamentale: vive nell’immaginazione dei bimbi che l’hanno scoperto leggendo le sue avventure sui libri scritti da Franco Cadoni, macellaio di Ittiri con la passione per la narrativa per ragazzi.

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«Paolino è un cucciolo di koala molto attivo e molto disubbidiente – spiega l’autore –, quindi finisce per cacciarsi in guai da cui per fortuna riesce sempre a uscire, in un modo o nell’altro». Dietro l’animaletto simpatico e pacioccone, però, c’è una ricerca mirata a soddisfare il lato sociologico dei racconti: «Ho scelto il koala perché non assume proteine e si ciba solo di vegetali – precisa Franco Cadoni –. Dunque conduce una vita molto lenta, dormendo tra le 18 e le 20 ore al giorno. Era l’animale prefetto per rappresentare la coscienza dormiente dell’Uomo. E poi è anche molto simpatico, il che non guasta, piace tanto ai bambini e piace molto anche a me».

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Perché nonostante la professione venga vista dai più all’opposto dell’animalismo, Franco è un amante del mondo animale: «Lo so, sembra una contraddizione perché il mio è un mestiere abbastanza rude – aggiunge il macellaio favoliere – e quando ci penso mi appello alla legge del contrappasso perché così, almeno per una volta, faccio fare una bella fine agli animali. In realtà ho molti gatti che adoro e posso dire di amare tutti gli animali». La linea narrativa affronta temi di attualità come l’immigrazione, lo sfruttamento e la mala sanità: «Diciamo che ho provato ad approfondire le questioni universali che l’uomo affronta da secoli utilizzando una forma e un linguaggio che può essere compreso dai più piccoli – precisa l’autore –, e anche io, quando scrivo, lo faccio immaginandomi bambino, questa è una cosa che mi aiuta molto».

Nelle pagine dei tre racconti pubblicati dall’editore Carlo Delfino (Il koala Paolino, Paolino e la cerbiatta, Paolino e l’imperatore del bosco) c’è l’esigenza di mettere nero su bianco parole e sentimenti maturati durante l’esperienza politica vissuta da Cadoni: «Politicamente nasco nel partito comunista e ci sono rimasto fino a quando non si è inclinato qualcosa nel mio senso civico e nel modo che avevo di vedere la vita e l’impegno politico – ammette il macellaio –. È successo tutto dopo i fatti del G8 di Genova, nel luglio del 2001. Mi ero preparato a lungo a quell’esperienza, anche collaborando con i centri sociali. Quando ho visto quello che stava accadendo ho creduto che tutti i nostri sforzi fossero stati inutili e mi sono allontanato dal partito e forse anche dall’ideologia. La verità è che non ho sopportato la sospensione della democrazia che si è vissuta in quei giorni, è stata una cosa inaccettabile che ha segnato la fine della mia militanza e la nascita della necessità di comunicare messaggi positivi a chi rappresenta il futuro del nostro Paese». Dopo i fatti di Genova Franco ha accettato il suggerimento della moglie e ha cercato un’altra strada: «Mi aveva consigliato di utilizzare la scrittura per far uscire il mio stato d’animo, i miei pensieri. Il koala Paolino è nato così». Nell’esperienza politica di Franco Carboni c’è anche una lunga fase da amministratore comunale del suo paese: «Per 20 anni sono stato in Comune, a Ittiri, e ho un ottimo ricordo di quel periodo anche se adesso ho intrapreso un’altra strada, altrettanto soddisfacente. La scrittura è un’esperienza terapeutica – aggiunge Franco Carboni – che ho apprezzato soprattutto quando durante la presentazione delle mie favole mi sono trovato nelle scuole, a stretto contatto con i bambini e con il loro modo di comunicare». In realtà, il tocco artistico era qualcosa che il macellaio di Ittiri aveva già espresso in gioventù e in un modo che non tutti interpretano come tale, perlomeno chi non ama il calcio e le sue declinazioni che vanno oltre la Serie A. Chi lo conosce descrive Franco Cadoni come una mezzala dai piedi fatati, un calciatore ricco di fantasia in grado di accendere i tifosi sui campi dell’Interregionale di allora, l’attuale Serie D. Una categoria dove militavano solo calciatori di qualità: «I piedi? Casomai il piede. Ero tutto mancino però mi fa piacere che ancora qualcuno ricordi quel periodo. Anche se per me la cosa più bella era fare parte di un collettivo e quando ho giocato a Thiesi, dove mi sono trovato benissimo e che reputo il mio paese d’adozione, ho vissuto proprio questa esperienza». Anche nei suoi racconti Franco ha lasciato molto spazio all’espressione artistica della rappresentazione grafica, un po’ perché i bambini amano i disegni ma soprattutto perché grazie alle avventure di Paolino è nata una collaborazione con l’illustratrice Josephine Sassu di Banari: «Lei è davvero una grande artista. Ha aggiunto il suo tocco ai miei racconti che, dato che si tratta di favole per bambini, hanno una grande integrazione grazie alle immagini di Josephine che sono molto belle e che possono essere apprezzate anche staccandole dalla narrazione», conclude Franco Carboni.

La missione letteraria del macellaio favoliere, almeno per quanto riguarda la collana del koala Paolino, non è arrivata nemmeno a metà. I primi tre racconti sono già stati pubblicati ma la serie si è interrotta solo per esigenze editoriali. Paolino è già pronto a vestire i panni del protagonista di cinque nuove avventure. E non è detto che siano le ultime.
 

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