Paci: emigrati ambasciatori dell’isola
Il vice presidente e l’assessora Mura incontrano il circolo Shardana di New York
15 ottobre 2018
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SASSARI. La Regione incontra gli emigrati sardi di New York. Gli assessori Raffaele Paci e Virginia Mura sono stati ospitati dal Circolo Shardana a Lodi, nello stato ddel New Jersey. «Sono felice e onorato di essere qui – ha dichiarato Paci –: voi sardi emigrati siete il terminale della Sardegna in tutte le parti del mondo, gli insostituibili testimoni della nostra cultura e delle nostre tradizioni, gli instancabili portavoce della nostra identità in tutti i suoi aspetti». Il circolo Shardana è nato nel 2000 e conta 94 iscritti, il presidente è Giacomo Bandino. «È bellissimo vedere tanti sardi in tutto il mondo che conservano intatte le loro radici, figli di sardi che crescono guidati dai valori della loro terra nonostante ormai da più generazioni vivano lontani dall’isola – ha detto ancora il vice presidente della Regione –. Sardi di cui siamo orgogliosi, che grazie alle loro capacità e ai loro sacrifici sono riusciti ad affermarsi e costruirsi una vita, come voi qui negli Usa, senza mai tagliare il legame con la loro terra».
A fare da sfondo all’incontro tra emigrati e assessori gli immancabili Quattro mori. «Abbiamo portato la nostra bandiera a testimoniare quel legame che continua a unirci: una bandiera conosciuta ovunque, in tutti gli angoli del mondo, non c'è manifestazione in cui non sventoli. Solo noi sardi ci portiamo dietro così fortemente la nostra identità ovunque andiamo, ovunque la vita ci porti, come sempre più spesso accade perché ormai viviamo in un'epoca fatta di mobilità, in un mondo sempre più senza confini – ha aggiunto Paci –. Quello che noi possiamo, e dobbiamo fare, è garantire a tutti voi la possibilità di tornare ogni volta che volete con un sistema trasporti adeguato e a costi sostenibili, e allo stesso tempo costruire sempre nuove occasioni di lavoro per dare l’opportunità a chi volesse farlo di tornare a vivere nella sua terra». «Sono vostra ospite per testimoniare l'attenzione e la vicinanza ai suoi emigrati della Regione, che sostiene le loro organizzazioni per incoraggiare la promozione dell'immagine della Sardegna all'estero – ha detto l’assessora Mura –. Il Circolo Shardana di New York si conferma come la presenza più importate nell'ambito della comunità dei sardi emigrati del Nord America». La Sardegna è stata la prima regione ad approvare una legge in cui si riconosce la Rete degli emigrati «perché – ha aggiunto Mura – riteniamo fondamentale il vostro ruolo di promozione della nostra cultura, dell'identità e dei nostri prodotti, agroalimentari, artigianali ma anche culturali».
A fare da sfondo all’incontro tra emigrati e assessori gli immancabili Quattro mori. «Abbiamo portato la nostra bandiera a testimoniare quel legame che continua a unirci: una bandiera conosciuta ovunque, in tutti gli angoli del mondo, non c'è manifestazione in cui non sventoli. Solo noi sardi ci portiamo dietro così fortemente la nostra identità ovunque andiamo, ovunque la vita ci porti, come sempre più spesso accade perché ormai viviamo in un'epoca fatta di mobilità, in un mondo sempre più senza confini – ha aggiunto Paci –. Quello che noi possiamo, e dobbiamo fare, è garantire a tutti voi la possibilità di tornare ogni volta che volete con un sistema trasporti adeguato e a costi sostenibili, e allo stesso tempo costruire sempre nuove occasioni di lavoro per dare l’opportunità a chi volesse farlo di tornare a vivere nella sua terra». «Sono vostra ospite per testimoniare l'attenzione e la vicinanza ai suoi emigrati della Regione, che sostiene le loro organizzazioni per incoraggiare la promozione dell'immagine della Sardegna all'estero – ha detto l’assessora Mura –. Il Circolo Shardana di New York si conferma come la presenza più importate nell'ambito della comunità dei sardi emigrati del Nord America». La Sardegna è stata la prima regione ad approvare una legge in cui si riconosce la Rete degli emigrati «perché – ha aggiunto Mura – riteniamo fondamentale il vostro ruolo di promozione della nostra cultura, dell'identità e dei nostri prodotti, agroalimentari, artigianali ma anche culturali».
