La Nuova Sardegna

Ex Keller, i sindacati: «In vendita i macchinari»

di Luciano Onnis
Ex Keller, i sindacati: «In vendita i macchinari»

Fiom, Fsm Cisl e Uilm: «Nessun investitore acquisterebbe una scatola vuota. Intervenga la Regione»

16 ottobre 2018
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VILLACIDRO. Giorni fa la buona notizia della ufficiale proposta di acquisto della ex Keller da parte di Cogema, consorzio di imprese del settore metallurgico con capofila una società che opera a Macchiareddu. Adesso la doccia fredda che pregiudica la conclusione dell’operazione. I curatori fallimentari del ramo aziendale Keller starebbero vendendo, a conclusione dell’asta pubblica internazionale, pezzi importanti della fabbrica indispensabili all’attività produttiva. Facile ipotizzare che, senza parti essenziali della linea di costruzione delle carrozze ferroviarie, il consorzio Cogema faccia marcia indietro e ritiri la proposta d’acquisto. A denunciare le complicazioni sopraggiunte, sono le organizzazioni sindacali territoriali di categoria Fiom, Fsm e Uilm, da cui è partita la richiesta di un incontro urgentissimo al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras «perché prendano in mano la vertenza Keller in maniera decisa».

Andando agli antefatti, con il fallimento della Keller sancito dal tribunale civile di Cagliari circa due anni fa, il Consorzio industriale di Villacidro è tornato in possesso dell’area, che cedette agli inizi degli anni 80 alla società per costruirci la fabbrica, e delle strutture sopra realizzate. Prerogativa dei curatori fallimentari era la vendita all’asta dei beni patrimoniali presenti in fabbrica. Ma su questa facoltà i sindacati hanno molto da eccepire, paventando «una situazione gravissima e paradossale», convinti che in vendita debbano essere messi solo i materiali di magazzino e gli arredi di uffici, locali accessori e mensa.

«Da notizie in nostro possesso stanno invece dando via tutta l’attrezzatura dello stabilimento – accusano Roberto Forresu (Fiom), Marco Angioni (Fsm Cisl) e Andrea Farris (Uilm) –: la strumentazione della sala metrologica e di controllo, carri ponte, gru a bicicletta, trapani magnetici, strumentazione di controllo a ultrasuoni, scale carrellate per accesso alle carrozze e tanto altro. In pratica stanno smantellando la linea di produzione». Se questa operazione fosse portata a termine, «nessun investitore acquisterebbe mai una scatola vuota e salterebbe ogni possibilità di riavvio dello stabilimento e del ricollocamento di 240 lavoratori».

I tempi per intervenire sono ridottissimi e per questo c’è l’appello urgente a Pigliaru. «A giorni l’azienda che ha vinto l’asta inizierà a smontare e portare via tutto – concludono Forresu, Angioni e Farris – Deve essere impedito, non deve essere consentito che la fabbrica venga svuotata dei macchinari, diversamente sarà la fine di ogni speranza di riapertura della fabbrica e del recupero di 240 posti di lavoro».

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