La Nuova Sardegna

Imprese al femminile in Sardegna: donne più forti della crisi

Imprese al femminile in Sardegna: donne più forti della crisi

Sono 40mila le aziende, il 20 per cento del totale, 5mila nel settore artigiano Dopo il crollo negli ultimi dieci anni ora attività e addetti sono in aumento

18 ottobre 2018
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SASSARI. Spesso la fatica è doppia, a volte tripla: oltre a essere imprenditrici sono madri e nonne. Portano avanti aziende e famiglie, sostengono l’economia creando posti di lavoro. E resistono alla crisi, cercando sempre il modo di superare le difficoltà e affrontando nuove sfide. Quarantamila imprese in Sardegna sono guidate da donne e di queste ben 5.004 sono titolari di aziende artigiane che, con il loro impegno, si occupano di agroalimentare e servizi alla persona, supporto alle imprese e cura del verde ma anche di edilizia, costruzioni, attività manifatturiere e servizi di comunicazione. Hanno passato un periodo buio – segnato da una recessione senza precedenti e dal crollo verticale dei consumi – che ha lasciato sul campo molte “vittime”: dieci anni di crisi hanno costretto alla resa ben 709 realtà (da 5.713 a 5.004), segnando un pesantissimo -12,4% equivalente a quasi 2mila posti di lavoro in meno. Ma il peggio sembra essere passato: tra il 2017 e il 2018 il comparto artigiano donna ha perso “soltanto” 12 unità” (-0,2%).

Il report. A mettere in fila numeri e percentuali è l’Osservatorio per le piccole e medie imprese di Confartigianato Sardegna, su fonte Istat e UnionCamere-Infocamere. In Sardegna oggi le imprese artigiane femminili registrate presso le Camere di Commercio rappresentano il 20,7% del panorama artigiano dell’isola, un piccolo-grande esercito di attività produttive a conduzione femminile all’interno di un sistema imprenditoriale rosa di ben 39.564 realtà che offre lavoro a ben 253.141 addetti.

La distribuzione. Le imprese individuali artigiane al femminile crescono a Cagliari (2.037 realtà e +0,6%) e Nuoro (864 attività e +0,2%) mentre a Sassari è quasi pareggio (1.742 aziende e -0,1). Una particolare situazione la vive Oristano (361 e -6,7%) alle prese con l’annosa questione dell’Albo artigiani, che per problemi legati ai rapporti tra Regione e Camera di Commercio, non sta garantendo l’operatività dell’Albo, impedendo così l’iscrizione delle imprese artigiane all’apposito registro. Nutrita anche la squadra delle realtà imprenditoriali femminili che in Sardegna sono gestite da straniere: 2.465 attività di cui 460 dirette da giovani non italiane. A livello nazionale la componente straniera che guida “imprese donna” rappresenta il 10,7% delle quasi 1 milione 335mila imprese rosa in Italia. In un anno la crescita è stata del +3,7%, raggiungendo quota 143mila. E quasi tutte sono La gran parte di queste iniziative è molto giovane: dal 2010 in poi sono nate infatti oltre 98mila aziende, quasi il 70% del totale.

Sarde intraprendenti. «I numeri della Sardegna – commenta Maria Amelia Lai, imprenditrice e presidente di Confartigianato Imprese Sassari – testimoniano l’intraprendenza delle “capitane d’impresa” che hanno deciso di svolgere un mestiere artigiano. L’imprenditoria al femminile è forte, dinamica, innovativa ma per una donna portare avanti un’attività non è facile; le imprenditrici sono divise tra responsabilità in azienda e impegni familiari. Ancora oggi – spiega – manca la “cassetta degli attrezzi” cioè un sistema che renda sostenibile la vita dell’imprenditrice, dal punto di vista del lavoro, della famiglia, degli affetti. Occorre per questo, da parte delle Istituzioni, sostenere quanto possibile iniziative a favore della conciliazione vita-famiglia-lavoro e del welfare”.

Confartigianato ha calcolato come il tasso di occupazione delle donne senza figli sia pari al 55,5%, ma scenda al 52,8% per le donne con figli. Addirittura il tasso di occupazione scende al 44,7% per le donne tra i 25 e i 34 anni che hanno figli piccoli.

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