La Nuova Sardegna

Tribunale di Tempio, l’appello del procuratore: «Qui rischiamo il collasso»

di Tiziana Simula
Tribunale di Tempio, l’appello del procuratore: «Qui rischiamo il collasso»

In servizio la metà dei magistrati necessari. E la sede cade a pezzi. Capasso: «Mancano le possibilità per programmare il rilancio, ci serve aiuto»

19 ottobre 2018
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TEMPIO. Una vecchia scuola degli anni ’70 adattata a ufficio giudiziario tradita dai segni lasciati dal tempo, tra intonaci scrostati, infiltrazioni d’acqua che rendono inagibili alcune postazioni e arredi datati e sgangherati. Non è l’unico male ad affliggere la Procura. Che ogni giorno si barcamena tra mille disagi ma il più difficile da fronteggiare è uno: l’assenza di magistrati.

Oggi nella Procura di Tempio Pausania ci sono in servizio solo due sostituti procuratori, più il procuratore. Esattamente la metà di quelli che dovrebbero esserci in pianta organica, ovvero quattro più uno. «Numero già di per sé insufficiente per un territorio vasto come la Gallura e con interessi economici fortissimi. Malgrado ciò, questa Procura è il fanalino di coda», dice il procuratore Gregorio Capasso, da tre mesi a Tempio, dopo 25 anni trascorsi nella Procura di Latina in qualità di sostituto procuratore. Capasso lancia il suo sos agli organi competenti. Non è l’unico a farlo. Perché qualche settimana fa, anche il presidente del tribunale Giuseppe Magliulo aveva denunciato l’emergenza della carenza di giudici. «Il mio è un discorso di continuità rispetto a quello fatto dal presidente del tribunale. Mi associo a lui – sottolinea Capasso – . Siamo sulla stessa barca e navighiamo a vista. Noi ce la vogliamo mettere tutta per rilanciare questa Procura, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare. Ho già fatto diverse segnalazioni: qui, siamo in grave sofferenza, c’è una situazione di forte criticità che sfiora il drammatico. Abbiamo solo due magistrati quando in pianta organica dovrebbero essere il doppio e anche quel numero sarebbe comunque insufficiente. Per fortuna ci sono le applicazioni disposte dalla Procura generale, ma non sono sufficienti a fronteggiare l’enorme carico di lavoro di cui siamo gravati». A mancare non sono solo i magistrati. Ad essere quasi dimezzato è anche il numero del personale amministrativo. «Anche in questo caso siamo vicino al 50 per cento della scopertura e, soprattutto, mancano le cariche dirigenziali – spiega il procuratore – Il personale si barcamena svolgendo mansioni anche più importanti e superiori a quelle che ha». E, poi, c’è l’immobile. Altro dramma. Una vecchia scuola diventata Procura. Che di Procura non ha nulla se non la scritta nell’ingresso. Finché c’è il sole tutto bene, ma quando piove... «Gli ultimi temporali hanno creato parecchi problemi. Alcune postazioni sono inagibili per via delle infiltrazioni d’acqua. Ci sono una serie interminabile di criticità a livello strutturale. È una scuola degli anni ’70, ovvio che senta il peso dell’età. Basta solo guardare gli arredi – prosegue Capasso – I colleghi stanno qui dalla mattina alla sera a lavorare e il personale fa più di quello che dovrebbe. C’è uno sforzo comune per ottenere i risultati raggiunti. Che, a maggior ragione, vista la situazione, sono ancora più importanti. Ma la barca, nonostante ogni sforzo possibile galleggia a fatica.

Ecco anche perché i processi vanno a rilento, se ne fanno pochi, si prescrivono». Altissimo il dato delle prescrizioni, pari al 50 per cento in primo grado. Appello, denuncia e speranza si intrecciano nelle parole del magistrato pontino. «Noi vorremmo che questo ufficio risorgesse, che non fosse più il fanalino di coda della Sardegna ma diventasse una Procura modello».



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