La Nuova Sardegna

Senza storia si cancella la memoria

Eugenia Tognotti
Senza storia si cancella la memoria

La scomparsa della traccia di storia dall'esame di maturità è una scelta politico culturale che preoccupa per gli effetti che avrà sulla consapevolezza dei giovani

19 ottobre 2018
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Vivere in un eterno presente? Rafforzare la smemoratezza imperante? C'è da discutere e meditare in questi giorni, e lo stanno facendo in molti, a proposito dell'eliminazione della tradizionale traccia di Storia dalle tipologie previste per l'esame di maturità 2019. È di queste ore la parziale correzione di rotta, per così dire, del ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti. A rigore non si potrebbe neanche considerarla tale. Pure, ha fatto notizia - potenza dell'efficacia della comunicazione degli "homines novi" della nuova classe dirigente - l'annuncio social del ministro che assicurava (come i senatori della VII Commissione) che no, il tema storico non è stato messo da parte. Sarà incorporato nella cosiddetta tipologia B (riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo). Resta il fatto che lo specifico tema non ci sarà.

A prevalere, naturalmente, tra tweet e circolare ministeriale, è l'ufficialità di quest'ultima, con tanto di numero e di data (Miur n. 3050/2018) che disegna le modifiche riguardanti la prima prova scritta dell'esame di Stato. Ora, non sarà la stessa cosa - diciamocelo - compensare questa mancanza con l'introduzione della conoscenza e delle competenze storiche nelle alter tracce. Né rassicurano le affermazioni di principio, peraltro condivisibili, contenute in un post sul profilo Facebook - che occorre ormai citare come 'fonte' autorizzata: «La storia è una disciplina importantissima che attraversa tutte le altre. È alla base della cittadinanza». In realtà la scomparsa della classica traccia di Storia dell'esame di maturità, che conclude il secondo ciclo di istruzione, è un pessimo segnale. In linea con la tendenza affermata anche dalla recente scelta di diminuire le ore d'insegnamento della Storia negli istituti professionali. Una scelta politico-culturale che preoccupa per gli effetti che può avere sui livelli di consapevolezza dei giovani.

La fortissima reazione del coordinamento della giunta centrale per gli studi storici - delle Società degli storici "di mestiere", degli insegnanti e degli studenti, del mondo della scuola e di quello accademico - ha trovato una sponda nelle prese di posizioni di singoli intellettuali e "protagonisti" della storia del Novecento. Tra loro la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e testimone degli orrori dei campi di concentramento nazisti. «Togliere la traccia di storia dall'esame di maturità è un modo per cancellare la memoria, per dimenticare», ha detto. Certo è che lo studio della Storia offre gli strumenti per dare un senso al contesto, alla "scena" in cui ci si trova a vivere, culturale, politica e sociale. Frutto di un percorso storico, dell'intrecciarsi degli effetti di avvenimenti risalenti al passato recente o remoto.

Conoscere il passato, "ciò che è successo prima", aiuta a non divenire estranei alla civiltà che ci ha formati, a capire il presente, anche i conflitti del nostro tempo, da quello in Ucraina e quelli nei paesi arabi e nell'Africa settentrionale. Siamo destinati a diventare un popolo senza passato, senza memoria e senza futuro, ripiegati sul presente? C'è da sperare nella decisa reazione di questi giorni alla scomparsa della tradizionale traccia di Storia dalle tipologie previste per l'esame di maturità. E nell'impegno civile ed etico del mondo della scuola e della cultura per affermare il valore del sapere storico nella formazione scolastica, scongiurando ulteriori interventi di "costruzione dell'oblio" (intenzionali?), di ridimensionamento del peso della storia nel curriculum scolastico.

Un ragionamento a parte (lungo e meditato) meriterebbe l'intenzione dichiarata dal ministro di intervenire «per rivedere le modalità con cui vengono impartite le lezioni di storia». Lodevole intenzione , sperando che "il come" - contrariamente a quanto è avvenuto con le modifiche riguardanti la prima prova scritta dell'esame di Stato - venga concordato con storici, insegnanti e studenti, che hanno bisogno dell'esperienza del passato come patrimonio di conoscenze per la costruzione del futuro.

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