La Nuova Sardegna

I ribelli: sì a Berlusconi ma prima via Cappellacci

di Alessandro Pirina
I ribelli: sì a Berlusconi ma prima via Cappellacci

Pittalis: facciamo tutti un passo indietro dopo l’invito del presidente all’unità  Zedda: azzeriamo tutto, al tavolo del centrodestra pari dignità tra noi e la Lega

21 ottobre 2018
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SASSARI. Gli anti Cappellacci accolgono l’invito di Berlusconi: pronti a lavorare per l’unità del partito. A una condizione, però: il coordinatore deve farsi da parte. Le parole del Cavaliere insomma non sono bastate per ricomporre la frattura in Forza Italia. Il partito continua ad avere due anime. Da una parte chi si riconosce nella guida di Ugo Cappellacci, dall’altra chi invece vuole la sua testa. Una spaccatura che esiste da tempo - alle ultime politiche i candidati sicuri Zedda e Tedde a un certo punto sono scomparsi dalle liste - ma che è emersa solo ora con un durissimo documento a sei firme: il parlamentare europeo Salvatore Cicu, il deputato Pietro Pittalis, i consiglieri regionali Alessandra Zedda, Marco Tedde, Antonello Peru e Stefano Coinu. Gli stessi che due giorni fa hanno disertato la direzione convocata a Oristano da Cappellacci. Uno strappo che non si ricompone neanche di fronte all’appello di Berlusconi a deporre le armi e concentrarsi sulle elezioni regionali. «Il presidente ancora una volta dimostra saggezza ed equilibrio – dichiara il deputato Pietro Pittalis, per alcune settimane coordinatore in pectore del partito, fino a quando Cappellacci non ha ritirato le dimissioni –. Io ritengo che, di fronte all’invito di Berlusconi, tutti quarti dobbiamo farci un esame di coscienza e se ci sono passi indietro o di lato da fare, bisogna che li facciamo tutti - io per primo - per poi poterne fare altri in avanti uniti». Insomma, Pittalis invita tutti al passo indietro, a partire proprio da Cappellacci, che nei giorni scorsi aveva parlato dei dissidenti come una minoranza. «Noi siamo un gruppo che riflette la maggioranza del popolo di Forza Italia – ribadisce il deputato –. Io non sono depositario di nessuna verità, ma giro molto e sento l’umore della gente. Io sono in Fi e voglio restarci. Non voglio lasciare nulla di intentato per un rilancio che passi attraverso iniziative che coinvolgano i territori. Dobbiamo uscire dal dibattito sterile del toto presidente. E l’incontro convocato per il 17 novembre a Cagliari va in questa direzione».

Anche Marco Tedde chiede una svolta. E fa suo l’invito di Berlusconi. «Il presidente non ha detto che ha ragione una parte o l’altra, ma che dobbiamo trovare un’unità di intenti in modo da agire tutti insieme. Basta un po’ di buona volontà e dare a tutti la possibilità di contribuire sui temi, sui candidati. Anche in queste settimane avremmo preferito essere coinvolti dal partito nelle scelte. Invece, prima è stato incoronato Solinas, poi Tunis che propone una lista autonoma da Forza Italia. Questo la dice lunga sullo stato dei rapporti. Di qui l’importanza dell’incontro del 17 novembre – conclude l’ex sindaco di Alghero –: sarà l’occasione per proporre idee, visto che all’interno del partito non abbiamo altri ambiti di discussione. Noi invitiamo tutti, perché noi non dividiamo Fi in maggioranza e minoranza».

Sì a Berlusconi anche dalla capogruppo Alessandra Zedda, che pone come condizione alla pace la fine della «gestione in solitaria portata avanti da Cappellacci, soprattutto in questo momento storico in cui il popolo vuole essere coinvolto. Ma a volere essere coinvolti vogliono essere anche i nostri eletti, compreso il gruppo regionale. Occorre uno sforzo per azzerare tutto e cambiare passo, aprendo a una nuova guida. Basta con la gestione in solitaria. Basta vedere quello che sta accadendo in questi giorni: una volta sosteniamo un candidato, un’altra volta un altro. Così si fa solo confusione». Per Zedda Fi deve presentarsi al tavolo del centrodestra con una voce unitaria e senza dare l’idea di volere lasciare la strada spianata agli alleati, Lega in primis. «Si è partiti molto male, ai tavoli si va con pari dignità e poi si decide. Fi rivendica un ruolo guida: lo dicono 25 anni di storia e di buona amministrazione. Premetto che noi sosterremo quello che sarà il candidato del centrodestra, siamo corretti e leali ma i numeri delle ultime politiche dicono che Forza Italia ha preso più voti di Lega e Psd’Az insieme. E le decisioni non si possono prendere facendo un processo alle intenzioni del voto futuro».

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