La Nuova Sardegna

I pazienti? Per lo psichiatra Loria li curava Dio

I pazienti? Per lo psichiatra Loria li curava Dio

Non si è presentato in tribunale il medico imputato di abbandono di incapace e rifiuto di atti d’ufficio

25 ottobre 2018
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CAGLIARI. Tutto confermato davanti al tribunale: lo psichiatra Enrico Loria barava sull’orario di lavoro, trascurava i pazienti e usava gli uffici del centro pubblico di salute mentale dell’Asl 8 per sedute di preghiera in cui malati e fedeli, disposti in circolo e mano nella mano, si rivolgevano al padre eterno alla luce dei ceri. E’ stato il responsabile del dipartimento salute mentale dell’Ats Augusto Contu, chiamato a testimoniare dal pm Marco Cocco, a ribadire a voce davanti ai giudici quanto già aveva riferito alla polizia giudiziaria nel corso delle indagini. Loria, fino alla sospensione dal servizio decisa nel 2015, era - a sentire la testimonianza del suo superiore gerarchico - tutt’altro che un medico modello: strisciava il badge all’ingresso dell’ambulatorio e poi spariva dalla scena per ripresentarsi ore più tardi, i pazienti più bisognosi di attenzione e cure lo cercavano invano, di persona e al telefono. Assenze gravi, una situazione complessiva - ha riferito Contu al presidente del collegio Giampiero Sanna - che l’amministrazione sanitaria aveva più volte affrontato con richiami e procedimenti disciplinari, senza che le iniziative producessero alcun effetto positivo. Contu ha ricordato in aula un episodio che la dice lunga sull’orientamento dello psichiatra, imputato di rifiuto continuato di atti d’ufficio, abbandono di persona incapace e frode informatica: incaricato di occuparsi della comunicazione legata a un convegno scientifico su temi di psichiatria, Loria propose una locandina illustrata dove anziché una struttura sanitaria o un reparto ospedaliero campeggiava una chiesa illuminata da un raggio di luce proveniente dal cielo, come se la salute umana fosse governata dall’Eterno. Irritato per quella scelta decisamente fuori contesto, Contu gli ordinò di cestinarlo e di farne stampare uno più adatto al tema dell’incontro. Lui, riluttante e deluso, obbedì. Ma senza interrompere le sedute di preghiera che occupavano gli uffici in pieno orario di lavoro.

Difeso dall’avvocato Patrizio Rovelli, l’imputato ha preferito disertare l’udienza di apertura del dibattimento. Più avanti si saprà se sarà disponibile all’esame in aula per chiarire le ragioni dei suoi comportamenti o sceglierà il silenzio su una vicenda che a leggere il capo d’imputazione appare decisamente imbarazzante.

Per adesso parlano per lui i testimoni: oltre al responsabile del dipartimento di salute mentale il pm Cocco ha sentito gli investigatori che hanno svolto le indagini partite dalla denuncia di una paziente psichiatrica respinta da Loria, che al disinteresse del medico rispose - così sostiene l’accusa - reagì con un tentativo di suicidio, buttandosi dalla finestra al secondo piano. E’ stata lei, patrocinata dall’avvocato Gigi Porcella, a spedire in tribunale il medico, che in uno dei suoi cinque profili facebook ha annunciato di volersi affidare a Dio anche in questa spiacevole vicenda giudiziaria. (m.l)

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