La Nuova Sardegna

Il possibile aumento Irpef promosso dai sindaci

di Alessandro Pirina
Il possibile aumento Irpef promosso dai sindaci

Il governo non esclude di eliminare il divieto per i Comuni di ritoccare le aliquote Soddu: lo chiediamo da tempo. Fasolino: bene lo sblocco ma in pochi lo faranno

28 ottobre 2018
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SASSARI. I sindaci benedicono lo scongelamento del blocco delle aliquote. Che, è vero, potrebbe comportare un aumento dei tributi locali per i cittadini, ma allo stesso tempo permetterebbe ai Comuni di godere di una maggiore autonomia finanziaria, soprattutto alla luce dei pesanti tagli che hanno svuotato le casse degli enti locali. Per ora si tratta solo di una ipotesi, ma nella maggioranza di governo sono numerose le voci favorevoli, soprattutto nella Lega. Ma a dirsi possibilista è ora anche la sottosegretaria all’Economia, la grillina Laura Castelli, che ha aperto allo sblocco delle aliquote. E lo ha fatto proprio davanti a decine di sindaci, all’assemblea di Anci a Rimini. «Per noi si tratta di una cosa molto positiva, l’Anci e i sindaci lo chiedevamo da anni – dice Andrea Soddu, primo cittadino di Nuoro –, perché rientra nel famoso progetto di federalismo fiscale. Sono le comunità a dovere decidere dove e come incidere. Oggi invece è tutto bloccato». Lo stop agli aumenti risale al 2016, quando il governo Renzi, per evitare che qualche sindaco rimettesse mano alla Tasi appena eliminata, decise di vietare la possibilità di rivedere al rialzo le aliquote. Un blocco confermato anche gli anni successivi. «Se una città volesse aumentare le aliquote per migliorare le proprie performance non potrebbe farlo – dice ancora Soddu –. E questo avviene mentre il governo taglia le entrate ai Comuni senza rimborsarli di quegli introiti. Questo modo di agire taglia le gambe agli enti locali. Basta vedere cosa succederà adesso con il decreto fiscale. Il governo Conte ha deciso di condonare per legge tutte le cartelle dal 2000 al 2010 sotto i mille euro. Solo per Nuoro questo vale 17 milioni di euro in meno nelle casse comunali. Un provvedimento che ai Comuni italiani costerà 4 miliardi. Ecco perché per noi sindaci è un buon segnale che ci sia una certa libertà sulle aliquote. Lo Stato deve astenersi dall’entrare a casa nostra, purtroppo questo modo di agire sembra venga naturale a qualsiasi governo. Lo Stato dovrebbe provare a fare le economie dei Comuni. Dal 2009 al 2016 i tagli sono stati del 43 per cento, 2,9 miliardi in meno. E nonostante ciò non ci era consentito aumentare le aliquote. Io spero che il governo elimini questo blocco. Per quanto mi riguarda, io cercherò di non toccare le aliquote a Nuoro, ma ogni Comune deve essere libero di poterlo fare. Penso ai comuni costieri dove ci sono tantissime seconde case».

Alghero è uno di questi. Sulla Riviera del corallo il 60 per cento delle unità immobiliari, per circa 40mila posti letto, è aperto solo d’estate. «Lo sblocco delle aliquote è una misura che attendevamo da tempo – dice il sindaco Mario Bruno –. Soprattutto per ché può incidere sugli investimenti. Gli enti locali oggi hanno una serie di problematiche di difficile soluzione. Hanno le risorse in cassa ma non le possono spendere. E poi devono fare fronte a un governo che con i tagli colpisce pesantemente gli enti locali. Basta pensare alla cosiddetta pace fiscale: alla fine i minori incassi saranno tutti a discapito dei Comuni. Ecco perché nei nostri confronti ci vorrebbe più attenzione da parte dello Stato, significherebbe più attenzione nei confronti dei cittadini. Lo sblocco delle aliquote potrà essere un vantaggio, perché ci permetterebbe di avere maggiore autonomia finanziaria». La pensa allo stesso modo Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci, per quanto, in questo momento, non ritenga attuabile il ritocco all’insù di Irpef e altri tributi. «Sono d’accordo sul fatto che i Comuni debbano essere liberi di poter gestire le aliquote, può essere una opportunità per gli enti in difficoltà, ma alla fine non credo saranno in molti a ritoccarle. Sarebbe una misura impopolare, anche sulle seconde case».

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