La Nuova Sardegna

Sardegna flagellata, sos di Coldiretti: "Urgente affrontare i cambiamenti climatici"

Antonello Palmas
Un frutteto allagato in Baronia (foto Sergio Secci)
Un frutteto allagato in Baronia (foto Sergio Secci)

Nell'Algherese la grandine di dimensioni eccezionali ha raso al suolo i campi coltivati, per Alto Oristanese e Marghine cancellate stagioni di duro lavoro: bisogna orientarsi verso colture e metodi di coltivazione in grado di sopportare perturbazioni ormai frequenti

30 ottobre 2018
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SASSARI. Ieri 29 ottobre meteo impazzito con palle di ghiaccio di dimensioni inusuali, forti piogge concentrate in pochi minuti, vento da sud ovest sino a 160 km, con cadute di rami: la Sardegna il giorno si sveglia malconcia e piena di preoccupazione per il futuro.

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Comincia Coldiretti che fa la conta dei danni del maltempo e, anche se per i bilanci occorre attendere la fine della perturbazione, può già parlare di «agricoltura in ginocchio» perché quella di ieri non è stata la prima mazzata: la siccità nel 2017 è stata straordinaria e, sia in primavera che nell'agosto 2018, pioggia e grandine anomale con l'alluvione nel sud Sardegna e nel Sarrabus hanno cancellato i raccolti.

Ieri grandine e forte vento hanno scoperchiato stalle, abbattuto alberi, raso al suolo colture, distrutto strutture e mezzi, con numerosi animali morti. «Il territorio più danneggiato è quello tra l'Alto Oristanese e il Marghine - dice Coldiretti - In pochi minuti vanno in frantumi una o più stagioni di lavoro». La grandine di dimensioni inusuali ha raso al suolo le campagne dell'Algherese: rovinate colture di stagione e olivi in piena raccolta. Tanti danni si registrano anche su serre e strutture

Per il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, urge «un forum politico sui cambiamenti climatici». Per il presidente, Battista Cualbu, occorre «indirizzare il nuovo Psr su colture e metodi di coltivazione compatibili con questo clima».

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