La Nuova Sardegna

«Michela, la mia amica del cuore che amava le stelle»

Angela De Luigi e Michela Sotgia
Angela De Luigi e Michela Sotgia

Angela racconta gli anni trascorsi al liceo e le estati a Dorgali. «Ora studierò il doppio, anche per lei»

04 novembre 2018
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SASSARI. Un vuoto. Un grandissimo vuoto. La tragedia che si è portata via Michela Sotgia, la 18enne di Dorgali morta investita sulle strisce pedonali mentre usciva da una discoteca di Marina di Pietrasanta, nella notte di Halloween, ha sconvolto familiari, amici, compagni di scuola e insegnanti. Angela, la sua migliore amica e compagna di classe, non si dà pace. Come Michela anche lei si è trasferita in continente per studiare: frequenta il primo anno di economia aziendale all’università di Torino.

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«Michela aveva già le idee chiare sul suo futuro e una passione: la fisica e l’astronomia. Su whatsapp come profilo aveva postato la foto di un telescopio con una dedica: “vale la pena dedicare la vita a questo scopo”». Amava le stelle Michela, ricorda tra le lacrime Angela che si sta preparando per rientrare a Dorgali e dare l’ultimo saluto alla sua amica. «Nella sua cameretta aveva un telescopio e spesso scrutavamo, insieme, l’universo, Mi ha fatto scoprire cose incredibili». Ora purtroppo Michela non c’è più.

«Ancora non me ne rendo conto. Sto sfogliando le foto dell’ultimo giorno che abbiamo trascorso insieme a Cala Luna, una gita il giorno prima di lasciare Dorgali per iniziare l’università, lei a Pisa io a Torino. Non ci credo che possa essere successo, proprio a lei così prudente e attenta. Non mi spiego come sia potuto accadere. Quando venerdì mattina ho saputo dell’incidente e del suo ricovero in condizioni disperate ero convinta che ce l’avrebbe fatta, perché lei amava la vita ed era una inguaribile ottimista. L’ho sentita l’ultima volta il giorno prima dell’incidente: era così contenta del corso di studi e dei nuovi compagni di università. Ora studierò il doppio, la mia laurea sarà anche quella di Michela. Glielo devo. I sogni non possono finire in questo modo».

Anche il suo professore di lettere, Gianfranco Cambosu, ricorda la determinazione di Michela, giovane donna che aveva visto crescere e diventare adulta. Così scrive su Facebook: «Michela, ho di te un ricordo di intemperanza, di incontenibile giovinezza, di profonda umiltà e di generosità ruvida ma autentica». Un ricordo seguito da centinaia di like e di commenti.

«Michela era entrata nella mia classe bambina, l’ho seguita fino alla maturità – dice al telefono Gianfranco Cambosu – Era un’allieva speciale, sempre disponibile con tutti, con un sorriso luminoso. Amava i numeri e la matematica ed era quello il suo sogno, quello per cui si è trasferita a Pisa: laurearsi in fisica. Michela è una ragazza molto determinata – lo dice al presente il professore – Dopo ore di lezioni continuava a esercitarsi coi numeri anche nell’intervallo della ricreazione. Quello che più mi ha colpito di Michela è la sua determinazione – ricorda – La prima volta che è entrata in classe, al liceo scientifico di Dorgali, a 14 anni non ancora compiuti, così giovane, già sapeva quale era il suo sogno: diventare una grande scienziata. Non è frequente tra i ragazzi, soprattutto a quell’età». (g.z.)
 

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