La Nuova Sardegna

Macomer, fiori e lacrime sulla tomba di Manuel Careddu

Macomer, fiori e lacrime sulla tomba di Manuel Careddu

Il giorno dopo il funerale valanga di messaggi di cordoglio dedicati al 18enne

04 novembre 2018
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MACOMER. Il giorno dopo la processione non si è fermata. La tomba di Manuel Careddu ha ricevuto tantissime visite anche ieri, una giornata particolare perché dedicata al ricordo dei morti. Fiori, preghiere, ma anche lacrime e saluti fugaci di chi giovedì, durante il funerale, non è riuscito ad avvicinarsi alla tomba del 18enne a causa del grande affollamento nell’ala del cimitero di Macomer. Il minimo dopo una storia tragica lunga cinquanta giorni che ha sconvolto tre comunità, Macomer, Ghilarza e Abbasanta, e distrutto la vita di sette famiglie. La vicenda, ovviamente, proseguirà nelle aule del tribunale di Oristano perché sono tanti i punti che devono essere ancora chiariti prima che possa essere scritto il finale del delitto del lago.

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Intanto anche sul web viaggiano i messaggi di cordoglio e le condoglianze dirette alla famiglia di Manuel Careddu. C’è chi dedica una canzone, c’è chi evoca ricordi del passato, c’è chi descrive la solitudine di chi è rimasto. “Quando guardo le nostre foto sento una lama che mi entra nel cuore”, scrive Mattia. “Noi ricordiamo felice, quando ridevi. E ti vogliamo bene”, scrive Leo. La zia Loredana Careddu, sorella del padre di Manuel, ha scelto di non infrangere il silenzio ma ha comunque dedicato un pensiero pubblico al nipote utilizzando una frase dedicata proprio al giorno dei morti: “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”. Adesso, dunque, non resta che ripartire e scrivere nuove pagine in cui non dovrebbero trovare posto tragedie come quella che è costata la vita a un ragazzo di 18anni e che ha segnato indelebilmente le vite di altri sei giovanissimi. I sindaci di Abbasanta, Ghilarza e Macomer ieri erano insieme al funerale dei Manuel e stanno cercando di capire cosa si possa fare per evitare che il passato ritorni. Il problema delle dipendenze e della diffusione delle sostanze stupefacenti è forse il punto di partenza: «Abbiamo già attivato iniziative di questo tipo - ha spiegato il sindaco di Macomer, Antonio Succu –. Ma purtroppo non abbiamo risorse per garantire tante alternative ai ragazzi. La verità è che la loro giornata dovrebbe essere piena, con tanti impegni, in modo che possano allontanarsi dalla strada. Fosse per me, poi – continua il sindaco – mettere la videosorveglianza anche dentro e attorno alle scuole, in modo che possano essere riconosciuti eventuali estranei che entrano negli istituti o che frequentano gli ambienti esterni ma vicini alle scuole con l’intenzione di spacciare». (c.z.)
 

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