La Nuova Sardegna

Il “partito” dei sindaci: sì a Zedda e alle primarie

di Alessandro Pirina
Il “partito” dei sindaci: sì a Zedda e alle primarie

Deiana, Anci: rappresenta il buon governo, lavoriamo a una coalizione ampia Sirca, Italia in Comune: ok i gazebo, ma si discuta di programmi e non di nomi

05 novembre 2018
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SASSARI. Soddu non fa nomi, nella sua lettera-appello non cita né Zedda né Maninchedda, ma dietro le sue parole è facile vedere un via libera sia alla discesa in campo del sindaco di Cagliari che una benedizione delle prime primarie della nazione sarda indette dal Pds. Il primo cittadino di Nuoro, insomma, prova a fare da collante a una coalizione - autonomista, civica, progressista ma in questo momento vietato chiamarla di centrosinistra - che per ora prova a decollare con fatica tra veti e controveti, primarie e controprimarie. Andrea Soddu, nella sua lettera alla Nuova, invita l’isola ad andare oltre gli steccati di centrodestra e centrosinistra, da una parte con la chiamata alle armi di sindaci e amministratori, dall’altra tramite la creazione di un nuovo progetto politico che si fondi su nuovi rapporti tra la Regione e lo Stato. Ben venga, dunque, la leadership di Massimo Zedda, ma ben vengano anche le Primarias volute da Paolo Maninchedda per “misurare” il grado di coscienza nazionale dei sardi. Per Soddu questi due passaggi sono l’unica medicina per evitare che la guida dell’isola venga decisa dal “vento dominante” o che il successore di Pigliaru venga scelto a Roma, Milano o Pontida.

Il rapporto tra Regione e Stato dovrà essere il tema dominante della campagna elettorale per Emiliano Deiana, presidente dell’Anci e sindaco di Bortigiadas. «Io penso che oggi come oggi tutte le coalizioni che si apprestano al confronto elettorale punteranno ad avere un diverso rapporto con gli amministratori – dichiara Deiana, un Pd battitore libero –. Non credo che alle regionali ci sarà un partito dei sindaci, ma dal centrosinistra al centrodestra, passando per il Partito dei sardi, Autodeterminatzione e anche il Movimento 5 stelle, tutti lavoreranno per valorizzare il legame tra Regione ed enti locali. Sono convinto che nelle liste sindaci e assessori saranno il valore aggiunto. Ma saranno i programmi a fare la differenza. La questione delle aree interne e dei paesi, lo status degli amministratori, il reale federalismo interno, la rivisitazione degli enti intermedi e delle province: sarà da questi temi che si vedrà il grado di credibilità delle coalizioni su cui i cittadini saranno chiamati a misurarsi». Deiana benedice la leadership di Zedda, ma, a suo dire, la sua incoronazione dovrebbe passare dalle primarie. «Un sindaco candidato alla presidenza sarebbe una grande novità, sono certo che l’elettorato lo terrebbe in considerazione, soprattutto se interprete del buon governo di una città importante – dice Deiana –. Allo stesso tempo, però, in quella coalizione è già in campo una proposta di primarie e chiunque aspiri a essere competitivo dovrebbe considerare il fatto che la leadership deve passare attraverso i gazebo. Possibilmente aperte anche al Partito dei sardi e ad Autodeterminatzione».

Un endorsement a Zedda arriva anche da Daniela Falconi, sindaca di Fonni, fino al 2013 esponente del Pd. «Non è automatico che uno che fa il sindaco sia un buon legislatore – premette Falconi –, ma penso anche che quando uno ha esperienza amministrativa ed è avanti con il secondo mandato abbia tutto il diritto di mettersi in gioco. Io non ho mai creduto al partito dei sindaci, e io non mi candiderò perché mai riuscirei a fare conciliare le due cose, ma Zedda sarebbe un ottimo nome». Qualche dubbio in più sulle primarie, ma più che sullo strumento sul modo in cui solitamente si svolgono. «Io le primarie le ho sempre viste bene ma in Sardegna si riducono spesso a un referendum sui nomi e non sui temi. Oggi la Sardegna va rimessa al centro dell’agire politico, dobbiamo ripensarci in maniera autonomista, perché di governi amici non ce ne sono».

Maurizio Sirca, già assessore a Sarule, è stato il primo a fare il nome di Zedda. Lui è il leader regionale - insieme ad Antonello Zicconi - di Italia in comune, il “vero” partito dei sindaci fondato da Federico Pizzarotti, l’ex 5 stelle che guida Parma da due mandati. Il primo a ufficializzare la candidatura del sindaco di Cagliari. «Massimo ha tutte le caratteristiche per guidare la Regione – dice –. È un buon amministratore al secondo mandato di una città metropolitana, ha tutte le capacità del politico. Abbiamo lanciato l’idea del sindaco della Sardegna perché c’è bisogno di un amministratore per guidare una macchina così complessa qual è la Regione. Chi meglio di un sindaco che tutti i giorni combatte con la burocrazia può amministrare la Regione? In questi anni ci hanno regalato illusioni, noi abbiamo il compito di vendere realtà. Lo so, sono due parole che il popolo non digerisce: vendere vuole dire che dall’altra parte l’elettore deve sborsare energia, pazienza, fiducia, mentre la realtà di oggi è difficilissima. Ma affidarsi a un amministratore credo sia oggi l’investimento più giusto. Basta con chi grida slogan da 140 caratteri. Noi dobbiamo guardare anche ai tanti che vengono da esperienze moderate ma che non vogliono essere fagocitati dalla Lega». Sirca apre anche sulle primarie. «Sono uno strumento democratico: perché no? Ma devono vertere sui programmi più che sui nomi. Basta che non si parli di indipendentismo, noi siamo pronti a discutere su rapporti diversi con lo Stato sulla base di un regionalismo spinto».

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