La Nuova Sardegna

Tar e consiglio di stato 

Azienda vince i ricorsi contro Argea

Azienda vince i ricorsi contro Argea

Truzzu e Rubiu, Fdi: fu ostacolata nell’accesso ai fondi agricoli Ue

06 novembre 2018
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CAGLIARI. La malaburocrazia irrompe, ancora una volta, nel labirinto dei fondi europei per l’agricoltura. Però non sempre può avere la meglio. Anzi, in quest’occasione un’azienda agricola della provincia di Nuoro, la Max Four srl, è riuscita a sconfiggerla sia davanti al Tar della Sardegna che, in appello, nell’aula del Consiglio di Stato. A raccontare la storia sono stati Paolo Truzzu e Gianluigi Rubiu, capogruppo e consigliere regionale di Fratelli d’Italia. «Siamo di fronte – denunciano – a un caso simbolo, con un’azienda esclusa dal finanziamento solo perché mancava un documento dalla domanda che aveva presentato per finanziare la costruzione di nuove stalle fra Bitti e Santu Lussurgiu». Esclusa prima dalla direzione territoriale di Nuoro dell’Argea, agenzia regionale che istruisce le pratiche per i fondi Ue, e poi dalla direzione centrale. Ma per i giudici amministrativi di primo e secondo grado l’aver dichiarato quella domanda «irricevibile» è stato un atto d’imperio immotivato. «Nella stessa situazione della Max Four – dice Truzzu – ci sono almeno altri 700 imprenditori agricoli, che sono stati esclusi dal Programma di sviluppo rurale solo per colpa della burocrazia». Nelle due sentenze, sottolinea Rubiu, è scritto a chiare lettere che «la burocrazia ha ostacolato la partecipazione a un bando, mentre avrebbe dovuto invece sollecitare la presentazione dei documenti che, secondo l’Argea, non erano stati presentati con la prima domanda». Per i consiglieri «è evidente che, alla luce delle decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, ora tutte queste pratiche finite nel limbo devono essere riviste dall’assessore all’agricoltura e riammesse in graduatoria. Perché se la Max Four ha avuto la forza di ricorrere, non è detto che abbiano fatto lo stesso le altre 700 aziende messe alla porta». Per Rubiu è preoccupante quanto accaduto finora soprattutto in prospettiva che l’Argea diventi l’ente pagatore dei fondi Ue al posto di quello nazionale, l’Agea. «Nell’Agenzia – afferma– c’è troppo pressappochismo e superficialità, e a dirlo non siamo noi ma due sentenze dei giudici amministrativi».

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