La Nuova Sardegna

Nel covo droga, armi ed esplosivo

di Luciano Onnis
Nel covo droga, armi ed esplosivo

Blitz della polizia in un locale seminterrato di proprietà di un 33enne di Tonara

08 novembre 2018
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CAGLIARI. Davide Sau, 33enne di Tonara e fratello di Marco, calciatore del Cagliari, era agli arresti domiciliari nel capoluogo ma, nonostante il regime restrittivo, aveva trasformato il garage sotto la sua prigione domestica in una base logistica che ospitava malviventi specializzati nei reati più variegati: rapine, attentati, spaccio di droga, furti, ricettazione. Nel bazar del crimine, scoperto dalla squadra mobile di Cagliari durante le indagini avviate mesi fa su alcuni fatti delittuosi accaduti nel capoluogo e che sabato scorso hanno portato all’arresto di tre persone, c’era un po’ di tutto: pistole, munizioni, tre chili di marijuana, esplosivo, abbigliamento da indossare nelle rapine (sciarpe, passamontagna, berrettini, guanti, caschi da motociclista), centraline elettroniche di auto da usare per rubare altre macchine, targhe rubate da auto e moto della polizia municipale, un divaricatore idraulico per scardinare portoncini blindati, perfino una statuina della “Dea Madre” trafugata non si ancora dove ma ben protetta in una confezione di cellophane. Tre degli ospiti di Sau si apprestavano a sequestrare in casa la compagna di un noto ristoratore cagliaritano per rapinarla del denaro e dei gioielli tenuti in cassaforte. Dopo l’arresto in flagranza di sabato dei tre mancati rapinatori della compagna del ristoratore Alberto Melis, la squadra antirapine della Mobile ha stretto ulteriormente il cerchio delle indagini e, cercando la base logistica dei tre, è arrivata a Davide Sau, domiciliato in città al civico 21 di via Is Maglias. I poliziotti, assistiti dalle unità cinofile della guardia di finanza e dagli artificieri della squadra antisabotaggio, sono andati a fargli visita l’altra notte e gli hanno perquisito prima l’abitazione, dove non è stato trovato niente di rilevante, poi il box auto sotto casa. Ed è nel garage che gli investigatori hanno trovato quanto ipotizzato anche se non in quantità. «Non è assolutamente detto, al momento, che Davide Sau sia complice dei tre rapinatori arrestati sabato davanti all’ingresso dell’abitazione del ristoratore Alberto Melis – ha precisato il capo della Mobile, Marco Basile –, sono in corso ulteriori accertamenti per verificare l’eventuale riconducibilità di quanto abbiamo trovato nel garage di Sau al gruppo criminale. Di certo forniva un supporto logistico per atti criminosi da parte di terzi malviventi». Il giovane di Tonara, rinchiuso nel carcere di Uta, dovrà rispondere dell’accusa di detenzione illegale di armi, munizioni e materiale esplodente, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e di ricettazione, relativamente alle pistole e alla statuetta della Dea Madre. Alcuni anni fa Davide Sau era rimasto coinvolto assieme a dodici orgolesi in un’associazione a delinquere dedita al traffico d’armi e furti, lo scorso mese di maggio finì in manette assieme a un complice dopo aver svaligiato l’abitazione di un pensionato 92enne di Mamoiada, con un bottino di 7mila euro in contanti.

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