La Nuova Sardegna

Pds, è già corsa di candidati alle Primarias

Pds, è già corsa di candidati alle Primarias

Indiscrezioni sui primi nomi: la sindaca di Siamaggiore, un ingegnere e un imprenditore

08 novembre 2018
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SASSARI. Molto più di una proposta provocatoria. Le Primarias proposte dal Partito dei sardi sono una realtà. Una macchina già in corsa. E saranno primarie vere. Qualcuno ipotizzava una sorta di corsa solitaria del leader del Pds Paolo Maninchedda. Ma l’ex assessore per primo aveva fatto capire che le Primarias sarebbero state un bagno di popolo. Una piattaforma in cui misurare il consenso di un progetto che parla di nazione sarda. Con regole e contenuti.

A dimostrare che saranno primarie vere arrivano anche i primi nomi degli aspiranti governatori. Tra i sicuri candidati ci sono Matteo Murgia, ingegnere 40enne di Giba, che nel 2002 fu eletto come rappresentante degli studenti all’Ersu di Cagliari a capo di una lista di sinistra. E poi la sindaca di Siamaggiore Anita Pili. Un passato in Forza Italia e nel Pd. E l’imprenditore Antonio Sardu, tra i proprietari del centro commerciale Corte del Sole a Sestu.

Tutto è pronto anche per le votazioni on line. «A dicembre i sardi, per la prima volta nella storia, che si trovino in Sardegna o nel mondo, potranno votare e dire che si sentono una Nazione – scrive Maninchedda nel suo blog –. Fino al 15 novembre sarà possibile presentare altre candidature. Un dato è certo: si vota». Un messaggio al Pd e a tutto il centrosinistra. Il Pds non si ferma: le Primarias si svolgeranno il 16 dicembre in tutta l’isola. «Noi non siamo disponibili ad alleanze fatte a tavolino – continua –. Per noi le alleanze si costruiscono con processi democratici, con dibattiti seri sulle cose fatte e da fare, chiamando al voto gli elettori sulle proposte. Non sono primarie partitocratiche. Non sono primarie per i grandi elettori che mobilitano i clienti. Sono per i cittadini che dal proprio telefono, dal proprio computer, da dove vogliono, scelgono di votare. Libertà e trasparenza. Siamo l’unica forza politica al lavoro nella Repubblica italiana che non impone una propria leadership, ma propone una gara aperta a tutti gli elettori. Se si vuole parlare con noi, si deve accettare il rischio della competizione sulle cose e sui candidati, non fosse altro perché col Pd abbiamo punti di vista differenti su diverse cose che devono e possono essere mediati solo attraverso un dibattito e una competizione pubblici».



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