La Nuova Sardegna

la denuncia 

San Gavino, ospedale a rischio chiusura

di Luciano Onnis

Sos dei sindacati: «Mancano medici, infermieri e tecnici»

10 novembre 2018
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SAN GAVINO. È catalogato come ospedale di primo livello, ma il “Nostra Signora di Bonaria” si trova in una situazione disastrosa, come pure i servizi sanitari dislocati nel territorio. A denunciarlo sono le segreterie del Medio Campidano di Cgil, Cisl e Uil. Alla base dello sfascio ci sarebbe la cronica carenza di personale che condiziona le attività ospedaliere e tengono chiuse, o funzionanti a mezzo servizio, strutture sanitarie periferiche come poliambulatori e case della salute. Sul banco degli imputati la Ats Sardegna e l’assessorato regionale della Sanità, mentre i sindacati riconoscono che il direttore generale della Asl 6 di Sanluri si trova impotente davanti alle carenze di organico. I segretari territoriali di Cgil (Gianluigi Marchionni) e Cgil FP (Ercole Columbu), di Cisl e Cisl FP (Edoardo Bizzarro e Loredana Zuddas) e della Uil (Mario Sollai) dicono di essere stati costretti a convocare una conferenza stampa per dare risalto a una vertenza che loro stanno conducendo da tempo e che finora non ha trovato riscontro nei vertici del servizio sanitario regionale. Chiederanno a breve un incontro ufficiale, dopo di che passeranno ad azioni clamorose come l’occupazione della sede direzionale della Asl 6 a Sanluri e manifestazioni di protesta davanti all’ospedale. La gravità delle condizioni del Nostra Signora di Bonaria è tutta nei numeri: la pianta organica, fra medici, infermieri, tecnici e Oss, è di 502 unità, in servizio ce ne sono 366. Mancano 22 medici, 42 infermieri, 53 oss e 19 tecnici. «Nell’ospedale è difficile perfino organizzare i turni di lavoro – ha detto Loredana Zuddas –, per non parlare delle ferie». Per Gianluigi Marchionni «la vertenza deve essere portata nelle stanze della politica». Mario Sollai è categorico: «È inutile avere un ospedale di primo livello se non lo si mette in grado di funzionare».

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