La Nuova Sardegna

Sorso, l'agonia di Furio: un’associazione si rivolge alla Procura

di Salvatore Santoni
Sorso, l'agonia di Furio: un’associazione si rivolge alla Procura

I legali di Horse Angels: si faccia luce sulle responsabilità per avere giustizia. Le banche dati rivelano: purosangue applaudito in ippodromi prestigiosi

11 novembre 2018
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SORSO. Quando hanno ritrovato la sua carcassa, dal microchip sottopelle è venuto fuori giusto l’anno di nascita, il 2007. Ma negli ultimi giorni la triste storia di Re Furio, il cavallo che martedì scorso 6 novembre è morto di stenti nelle campagne di Sorso, si è tinta di giallo dopo l’incrocio delle banche dati. Re Furio infatti non è stato un cavallo qualsiasi. Nella sua prima vita, che si è chiusa nel 2012, è stato un campione del galoppo. Tra la sua pensione e il giorno del ritrovamento ci sono un vuoto da colmare e responsabilità da accertare. Ne sono convinti gli animalisti di Horse Angels, un’associazione con sede oltre Tirreno che tutela gli equidi, che ha preparato un esposto indirizzato alla Procura di Sassari. L’intento? Fare giustizia per Re Furio.

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Purosangue. I tasselli della storia di Re Furio sono conservati nella Banca dati galoppo del ministero delle Politiche agricole e forestali e in quella del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian). Entrambe raccontano che il campione è un purosangue inglese dal mantello baio oscuro nato il 18 febbraio 2007 da genitori illustri. Si tratta di Lend a Hand e Regina Nera, uno stallone baio del Regno Unito e una fattrice baio oscuro dell’Eire. Le banche dati dicono anche che l’ultimo “movimento” di Re Furio risale al 28 novembre 2016 con un «ingresso per acquisto».

Al galoppo. Fino a 4 anni prima, nel 2012, il campione faceva battere i cuori degli spettatori degli ippodromi di Pisa, Milano, Firenze, Grosseto e Livorno. Palcoscenici che ha calcato tra il 2009 e il 2012, scontando alcuni periodi di stop. Re Furio ha corso una trentina di gare portando a casa circa 30mila euro di montepremi. Il ruolino di marcia del cavallo è infatti ancora presente nelle banche dati dei siti specializzati in corse di cavalli. Il purosangue ha collezionato tre vittorie, tutte in corse disputate in Toscana per la Scuderia Annalisa.

Il debutto. L’esordio è avvenuto il 6 maggio 2009 a Pisa – quando Re Furio aveva poco più di due anni – e non poteva essere dei migliori. Il purosangue ha infatti sbaragliato tutti vincendo al debutto e attirando su di sé tante attenzioni. «È diventato il secondo vincitore in 6 giorni per Lend a Hand, il vincitore del Gran Criterium che ha appena 13 foal nati nel 2007 – scriveva in quel periodo la stampa specializzata –. La sua prova è stata eccellente e dovrebbe consentirgli di fare un altro passo avanti, anche fuori dal circuito toscano. Re Furio è il terzo prodotto e il primo vincitore di Regina Nera, inedita. La seconda madre Palmyra ha vinto in Germania a 2 anni e appartiene a una antica linea femminile del Gestut Schlenderhan».

L’esposto. Un team di avvocati, dell’associazione Horse Angels di Cesenatico (in Emilia-Romagna), ha analizzato il caso e ha deciso di mettere nero su bianco un esposto da inviare alla Procura di Sassari. «Chiediamo al procuratore di aprire un’indagine – spiega la rappresentante legale dell’associazione, Roberta Ravello – e di identificare non solo il proprietario ma anche tutti i correi in questa strana vicenda». Dal punto di vista tecnico, l’associazione chiede che si proceda per i reati di abbandono di animale, l’articolo 727 del codice penale, aggravato dal 544-ter della legge di tutela degli animali. Le ipotesi sono tutte sul tavolo: abbandono, negligenza, omissione di soccorso, omissione di atti di ufficio, maltrattamento. «Il possesso di equini – dice Ravello – è sottoposto a regole specifiche di anagrafica, tracciabilità, detenzione legale con specifici parametri per il benessere, tra i quali il ricovero e l’acqua potabile a volontà. Urge quindi stabilire per via giuridica una volta per tutte la responsabilità nel possesso del cavallo: morale, materiale e penale».
 

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