La Nuova Sardegna

Soru boccia Pigliaru e il Pd: «Cinque anni gestiti male»

di Silvia Sanna
Soru boccia Pigliaru e il Pd: «Cinque anni gestiti male»

L’europarlamentare Dem a Nuoro: si parla di alleanze ma non c’è un progetto

11 novembre 2018
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NUORO. Spiega di essere seduto a quel tavolo perché è stato invitato a un dibattito politico: «Andrei volentieri anche a quelli del Pd, ma purtroppo il partito non fa iniziative di questo tipo da molto tempo. E io vado meno volentieri dove ci si insulta». Arriva da Nuoro, dall’incontro organizzato da Autodeterminatzione, l’attacco dell’europarlamentare Renato Soru al Partito democratico e ai (quasi) cinque anni di giunta Pigliaru. Padrone di casa è Andrea Murgia, candidato governatore della coalizione di sigle indipendentiste e per ora anche unico candidato ufficiale in corsa per le Regionali di febbraio 2019. Murgia mette subito un aspetto in chiaro: «Non ci sarà alcuna alleanza con chi ha rovinato la Sardegna negli ultimi dieci anni, il nostro programma sarà scritto con i sardi e per i sardi. Non abbiamo mai amministrato la Sardegna e vogliamo farlo con un progetto nuovo, inesistente fino a ora». Soru, seduto al suo fianco, annuisce.

Pd allo sbando. L’ex governatore ci va giù pesante. «In cinque anni di giunta Pigliaru non si è visto nulla: dal Ppr alla legge urbanistica, dalla Statutaria al miglioramento della burocrazia, dalla continuità territoriale, oggi inesistente, sino alla questione delle entrate con la cancellazione dei ricorsi promossi davanti alla Corte Costituzionale». E poi: «Questa giunta ogni tanto fa appelli per riunire il centrosinistra, per creare una coalizione ampia allargandola anche a forze politiche che poco hanno a che fare con noi e che non meriterebbero di essere richiamate con tanta sollecitudine». Il riferimento implicito è al Pds di Paolo Maninchedda. Soru va avanti: «Il progetto di centrosinistra non c’è, non c’è una coalizione, non c’è un candidato, solo rumors su personaggi vari ma mai una parola che riguardi il merito delle cose, il tentativo di disegnare un progetto per il futuro. Più che politica questo sembra un ufficio di collocamento». Su Zedda neanche una parola: «Non voglio discutere sui nomi, voglio sentire idee, programmi, voglio discutere e confrontarmi. Invece questo sembra non interessare più. Ecco allora il senso della presenza a Nuoro, a quel tavolo: «Dobbiamo cercare di provare a costruire ponti, capisco che sia tardi ma bisogna provare a rappresentare le idee non di Autodeterminatzione, ma dell’intero centrosinistra. Ho suggerito loro di proporsi in questo progetto ambizioso, sempre che il Pd sia interessato a stare dentro un progetto di sinistra. Al momento, l’unico obiettivo della segreteria sembra essere quello di chiudere il partito».

Giunta Pigliaru bocciata. Si fa in fretta a contare le cose ben fatte. C’è la sanità, «perché anche se ero contrario alla Asl unica apprezzo il tentativo di razionalizzare e allontanare i partiti politici dalla gestione. E poi c’è l’elisoccorso, servizio fondamentale per salvare vite umane». C’è anche l’ottimo lavoro nell’organizzazione della Protezoione civile, insieme ai risultati dell’assessorato all’Industria sulla vicenda Alcoa e l’impegno verso l’internazionalizzazione delle imprese. Stop, gli errori e le cose non fatte sono molti di più. Soru fa una premessa: «Pigliaru è una persona in gamba, molto preparata». E poi aggiunge: «Ma la sua giunta ha fallito». L’elenco in ordine causale e non di importanza inizia con la vertenza entrate: «Lo Stato non ci ha truffato – dice Soru – è l’assessore Paci che ci ha ingannato. Ha fatto un accordo sbagliato che ci è costato moltissimo, ha cambiato da solo una politica che si stava seguendo da anni e che neppure Cappellacci aveva osato modificare. Sono stati bloccati i ricorsi alla Corte Costituzionale che potevano avere un esito positivo. E ora Paci se la prende con lo Stato». Poi ci sono «le promesse mancate di Pigliaru sull’ambiente: nessun dibattito sul piano paesaggistico delle zone interne, la legge urbanistica sappiamo come è andata a finire, l’unica cosa che abbiamo ottenuto sono stati altri piani casa». Ancora: «La riforma degli enti locali ha generato un caos incredibile, è stata creata una città metropolitana (Cagliari ndr) gigantesca che ha impoverito il resto della Sardegna: viene il sospetto che sia stata pensata per accaparrarsi risorse pubbliche». Poi ci sono i trasporti: «Gestione disastrosa, 5 anni senza continuità territoriale. E sappiamo chi dobbiamo ringraziare». Bocciatura totale anche per quanto riguarda la riduzione annunciata della burocrazia: «Pigliaru aveva avuto una intenzione giusta ma il tema non è stato nemmeno affrontato. Abbiamo un governo ingessato come decenni fa e questo si traduce nell’incapacità di dare servizi ai cittadini. E si dà sempre la colpa a qualcun altro, allo Stato o all’Europa. Invece è colpa di una gestione inammissibile».

Futuro in bilico. La certezza di Soru è che tra qualche mese, quando finirà il suo mandato in Europa, non si ricandiderà: «Non mi riconosco più in questo Pd, né in quello sardo né in quello nazionale. Da noi il partito ha scelto di non confrontarsi con la società, si è chiuso in se stesso e ha proposto solo la guerra delle tessere. E a Roma stiamo andando verso un congresso che non cambierà nulla. Io non ci sto più. Continuerò a dare il mio contributo attraverso il dibattito. Perché questo per me significa fare politica. Tutto il resto sono giochi di potere e ufficio di collocamento».



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