La Nuova Sardegna

"Magie d'Inverno": il nonno dell’isola è la star della manifestazione

Giusy Ferreli
"Magie d'Inverno": il nonno dell’isola è la star della manifestazione

All’Isre di Nuoro i ricordi di Gaspare, 107 anni di Orotelli, che si emoziona mentre osserva le maschere della tradizione

12 novembre 2018
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NUORO. Acclamato come un star hollywoodiana, Gaspare Mele da Orotelli, 107 anni, ha fatto il suo ingresso all’Isre di Nuoro. Tra flash, telecamere e strette di mano l’uomo più longevo della Sardegna, ieri mattina, è stato accolto dal gioielliere Fabio Rosas, l’organizzatore di “Magie d’inverno”, manifestazione che quest’anno ha scelto la longevità come tema portante. Per nulla frastornato dalla ressa, l’ultracentenario inizia la sua visita raccontando un aneddoto, uno dei tanti della sua esistenza. «Era il 1940 e con la mia futura sposa Rosalia andai a Nuoro per comprare l’anello. Con noi – racconta in un italiano senza sbavature – nella gioielleria c’era una coppia benestante di Bono. I due erano lì come noi per scegliere le fedi nuziali ma la ragazza non si accontentava mai. Quando se ne andarono scegliemmo i nostri anelli, anellini senza pretese. La mia Rosalia era consapevole del fatto che io fossi povero e non fece storie. Fu allora che il gioielliere mi disse che quella sì che era una donna da sposare».

Quel gioielliere era Antonio Rosas, in sua memoria ogni anno si aprono le porte di “Magie d’inverno”. Gaspare non si sottrae alle domande, chiacchiera amabilmente e si fa fotografare con in braccio il piccolo Fabio, l’ultimo nato di casa Rosas. «Vi auguro – dice – di continuare così per tante generazioni». Scherza affettuosamente con la figlia Luisa. «Prendi pure quello che vuoi» le dice indicando una delle tante vetrine dove si trovano gli sfavillanti gioielli dell’esposizione. Si lascia guidare nel giro del museo etnografico, tra utensili della cultura materiale e orologi di lusso. Ma è nella sezione dedicata alle maschere tradizionali che gli occhi di zio Gaspare si illuminano come quelli di un bambino. Di fronte al costume dei Thurpos di Orotelli, sorride. Il suo pensiero corre a quando, giovanissimo si mascherava con i suoi amici per inscenava rituali ancestrali. «Se li ho riconosciuti? Certo» risponde alla domanda impertinente. Un altro lampo illumina il suo sguardo quando si riconosce nelle immagini in bianco e nero che la fotografa Andrea Piga ha dedicato ai centenari della Sardegna. Tra una foto e un’intervista racconta la sua vita. Che non è stata facile. «Sono nato nella miseria».

Ha allevato 8 figli, 3 femmine e 5 maschi. Un padre severo, poco incline ai sentimentalismi ma sempre presente e prodigo di buoni consigli. La sua lunghissima esistenza (Gaspare è venuto alla luce il 29 aprile del 1911) è trascorsa tra gioie e dolori. Gaspare ha sempre lavorato duramente coltivando però l’amore per la lettura e le poesia. Dapprima in lavoro in campagna come uomo di fiducia di una ricca famiglia del luogo poi nei cantieri edili e negli anni ’60 in Costa Smeralda nel momento in cui l’avventura imprenditoriale dell’Aga Khan muoveva i primi passi. La sua longevità? «Un dono di Dio. Per tutto quello che ho patito sarei dovuto essere morire da bambino: eravamo scalzi nudi e affamati eppure abbiamo tenuto duro» racconta. Ha temuto di morire anche quando era militare in Somalia. Sarà per quello che nel suo cuore è rimasta scolpita l’immagine della principessa Maria Josè che in visita alla truppe si impegnò a far tornare i soldati in patria.
 

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