La Nuova Sardegna

«Al parco della Maddalena alcune spiagge a rischio, valuto il numero chiuso»

di Serena Lullia
«Al parco della Maddalena alcune spiagge a rischio, valuto il numero chiuso»

Il presidente del parco: «Non voglio creare un paradiso vietato. Ma si devono proteggere i tesori: dalla spiaggia del Cavalieri all’isola di Caprera»

13 novembre 2018
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LA MADDALENA. A febbraio è stato scelto dal ministero dell’Ambiente per disegnare il futuro del Parco. Il progetto per l’arcipelago dell’ingegnere civile Fabrizio Fonnesu non ha il sapore dell’integralismo ambientalista. Il tecnico maddalenino che ha viaggiato in tutto il mondo per Ansaldo energia pensa all’isola come a un paradiso da proteggere, ma da vivere. Non un’opera d’arte solo da ammirare, ma un’esperienza di bellezza di cui godere, uno strumento di crescita. Come prima cosa però l’eden va messo in sicurezza. Ecco perché Fonnesu pensa ad alcuni progetti sperimentali. Sulla spiaggia del Cavalieri, a Budelli, a rischio scomparsa, sarà vietato lo sbarco. Il presidente Fonnesu intende lavorare con il Comune per tutelare Caprera. Riprende vita il progetto del grande parcheggio scambio all’ingresso dell’isola che consentirà di raggiungere le spiagge su mezzi elettrici o biciclette. Uomo del dialogo in questi mesi ha cucito buoni rapporti con il Comune e gli operatori. Ma nessuno si faccia ingannare dai suoi modi gentili. Non intende farsi tirare la giacchetta dalla politica.

Presidente che Parco ha trovato al suo arrivo?
«Un ente in cui è stato fatto tanto, ma in cui c’è ancora molto da fare. In particolare nella struttura amministrativa. In questi anni sono sorte criticità legate al sistema di gestione del personale che hanno generato uno stato di insoddisfazione di molti dipendenti e influito sulla produttività dell’ente. Prima lavoriamo all’interno per poi dedicarci alla gestione e alla valorizzazione ambientale».

Da quando esiste il Parco è sempre stato al centro della polemica politica. L’unico momento di tregua non a caso c’è stato nell’anno del commissariamento. Come farà a non finire ostaggio dei partiti?
«L’aspetto principale della governance del Parco è la tutela e la salvaguardia dell’ambiente. Con la politica è giusto dialogare. Con la Regione, come con il Comune che ha un ruolo fondamentale. Ma il Parco cura gli aspetti di salvaguardia e tutela, l’ente locale quelli di sviluppo economico e miglioramento dello stato sociale».

La sua nomina a presidente è arrivata a poche settimane dal voto per le Politiche come anche quella del Consiglio direttivo. Scelta interpretata da alcuni come un colpo di coda del centrosinistra per lottizzare il Parco prima del cambio di governo. Cosa ne pensa di questa lettura?
«Mi sono trovato in questa situazione. Avrei preferito che la mia nomina fosse avvenuta in un momento diverso. Ma posso garantire che ha rispettato tutto l’iter di legge. Sono andato alle Camere, mi sono presentato alla commissione Ambiente. Ho percorso un iter che non riguarda una figura politica, ma un tecnico selezionato come presidente di un parco. Lo ripeto. Non sono un politico ma un tecnico che vuole far bene e portare quel po’ di valore aggiunto che ha magari acquisito in anni di esperienza all’estero».

Quale impronta intende dare alla sua gestione del parco?
«La mia gestione del Parco sarà basata sul dialogo e la collaborazione. Con gli enti territoriali, i portatori di interesse. Sono certo che questa sarà la chiave vincente. Non possiamo pensare a un parco chiuso, bloccando e vietando tutto. Abbiamo un territorio fantastico, da proteggere ma anche da valorizzare e rendere fruibile.

Quale è la sua idea di fruizione di Caprera?È finito nel dimenticatoio il progetto del parcheggio scambio collegato a una rete del trasporto ecosostenibile all’interno dell’isola?
«Tutt’altro. Con il sindaco abbiamo rispolverato quel vecchio progetto che prevede la realizzazione di un’area di sosta per 400 auto a Stagnali. Per realizzare poi una rete di mezzi elettrici che portino le persone da e per le spiagge. Cercheremo di realizzato per il 2019. Sono tanti i vantaggi. Eliminare le auto nel periodi di massimo afflusso significa tagliare l’inquinamento da combustibili fossili. Ma anche decongestionare il traffico e garantire la sicurezza».

Il carico antropico sulle spiagge dell’arcipelago è elevato. Alcuni lidi come il Cavalieri, a Budelli, stanno scomparendo. È possibile pensare di introdurre un numero chiuso o la lobby delle barche da traffico è troppo forte?
«I barcaioli sono i primi a essere consapevoli che bisogna conservare questo straordinario patrimonio ambientale e che la pressione antropica è diventata esorbitante. Servono regole. Abbiamo valutato insieme un divieto di sbarco sperimentale al Cavalieri per la prossima estate. Con la possibilità di fare comunque il bagno. Sarà possibile anche raggiungere la spiaggia attraverso un sentiero collegato alla Spiaggia Rosa, insieme alle guide del Parco. Valutiamo anche un numero chiuso per Porto Madonna. Un suggerimento che ci arriva dall’Università di Cagliari, partner scientifico del Parco. La presenza di così tante imbarcazioni non comporta solo un problema legato all’ancoraggio sulla posidonia. Il passaggio stesso delle barche produce dei movimenti ondosi irregolari che creano alterazioni del sistema costiero e producono danni irreversibili. Proporrò diverse soluzioni, tutte migliorabili con il confronto. Sono aperto al dialogo ma non possiamo perdere più tempo. Serve agire. Da parte mia c’è la massima apertura, ma se non si raggiungesse un accordo, mi dispiace, sceglierò io».

Budelli, l’isola con la Spiaggia Rosa ora è dello Stato. A che punto sono le demolizioni delle parti abusive della casa dell’ex custode?
«Abbiamo quasi finito il capitolato tecnico di appalto. Per l’inizio del 2019 dovrebbe partire la gara. Successivamente faremo piccoli interventi sulla casa per poter accogliere i turisti e farli incontrare con gli operatori ambientali. Durante questo intervento l’ex custode non potrà restare sull’isola. Ricordo che già nel 2014 il tribunale di Tempio gli intimò di lasciare Budelli. Seguì poi un atto di ingiunzione nel 2015 dell’allora direttore del Parco Ciro Pignatelli».

Che fine ha fatto il progetto di videosorveglianza sulla Spiaggia Rosa?
«Era stato appaltato, ma l’azienda vincitrice non era in grado di realizzarlo per problemi tecnici. Contiamo comunque di mettere almeno due telecamere per la prossima estate. Una ipotetica guardia del parco non sarebbe comunque sufficiente per vigilare».

La 394 che ha istituito i parchi e le amp è ancora attuale?
«Una legge importante che a distanza di anni ha sicuramente bisogno di qualche correttivo. Se ne parla da tempo. Speriamo che il ministro Costa che ha già detto di volerla modificare, ci riesca».

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