La Nuova Sardegna

Insulti dai politici, giornalisti in piazza

Manifestazioni in tutta Italia, flash mob a Cagliari. Solidarietà dalla Uilcom

13 novembre 2018
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SASSARI. “Giù le mani dell’informazione”. I giornalisti italiani si mobilitano e vanno in piazza in tutte le regioni d’Italia per difendere la libertà di stampa e contrastare la deriva di un linguaggio della politica fatto di insulti e minacce a chi ogni giorno svolge il proprio dovere di informare i cittadini. Attacchi a una categoria di professionisti, ma soprattutto all’articolo 21 della Costituzione e ai valori fondamentali della democrazia, che mettono a rischio il diritto ad essere informati. Per questo la Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) e le associazioni regionali di stampa hanno organizzato, oggi dalle 12 alle 13, alcuni flash mob nella piazze dei capoluoghi di regione per dire “Basta agli attacchi ai giornalisti” e “Giù le mani dal l’informazione”. A Cagliari l’appuntamento è stato fissato alle 12 in piazza Palazzo. Alla mobilitazione hanno aderito finora: il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e gli Ordini regionali dei giornalisti; Usigrai; Anpi; Articolo21; Associazione Amici di Roberto Morrione; Associazione Carta di Roma; Associazione Giulia Giornaliste; Libera; Libera Informazione; Associazione NoiAntimafia di Ostia; Progressi; Rete NoBavaglio; Riforma.it; Ucsi; Ungp; rappresentanti delle istituzioni locali.

Anche il segretario generale della Uilcom Sardegna, Tonino Ortega, ha espresso solidarietà ai giornalisti della Sardegna dopo i recenti attacchi alla libertà di stampa. «Quando giornali e siti di informazione chiudono, dichiarano esuberi o sono costretti a contratti di solidarietà, a rimetterci non sono solo i lavoratori, ma la democrazia nel nostro Paese – sottolinea Ortega –. Per questo non possiamo che preoccuparci se l’informazione libera è messa in discussione da pesanti attacchi provenienti da un partito con importanti responsabilità di governo. Il mercato editoriale e quello pubblicitario vivono situazioni di estrema difficoltà, connesse anche alle trasformazioni tecnologiche e al peso dei colossi della Rete e dei trust televisivi – prosegue Ortega rivolgendosi in particolare a tutti i lavoratori, cronisti e poligrafici, delle testate in crisi –. I rappresentanti del Governo dovrebbero sapere che i mezzi di informazione sono uno dei pilastri della democrazia».

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