La Nuova Sardegna

La Saras venderà il gasolio senza zolfo

di Giuseppe Centore
La Saras venderà il gasolio senza zolfo

Verrà costruito un nuovo terminale che dal 2020 rifornirà direttamente le navi

13 novembre 2018
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CAGLIARI. Le sanzioni decise dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, relative al petrolio iraniano, non toccheranno la Sardegna, che tornerà a ricevere più petrolio iraniano rispetto al recente passato.

Nei mesi scorsi la Saras, una delle due raffinerie italiane che lavorano il greggio iraniano (l’altra è la russa Lukoil di Priolo), aveva comunicato ai suoi intermediari che avrebbe bloccato l’acquisto di petrolio proveniente dall’Iran in assenza di garanzie da parte delle autorità nazionali e internazionali. L’Italia nella prima metà del 2018 ha ricevuto circa 168mila barili di petrolio al giorno provenienti dall’Iran e di questi circa la metà è stato raffinato a Sarroch. Una dato molto contenuto rispetto anche al 2015, compensato, secondo il Wall Street Journal dal petrolio russo, che avrebbe nei fatti sostituito anche a Sarroch i carichi di petrolio iraniano.

Adesso con l’esclusione dell’Italia dalla lista dei paesi sanzionabili in caso di acquisti di petrolio iraniano, Saras dovrebbe incrementare la quota di prodotto proveniente da quel paese, in ogni caso mai azzerata, visto che secondo informazioni riportate anche dall’agenzia finanziaria Bloomberg, il 20 ottobre la petroliera Kriti Spirit ha scaricato a Sarroch un carico di petrolio proveniente dal terminale iraniano di Khark. Archiviato per il momento il dossier iraniano, con evidente soddisfazione da parte di entrambe le parti, Saras può dedicarsi a una altro business, che in prospettiva dovrebbe rendere la raffineria di Sarroch ancora più strategica, diventando l’unico punto del Mediterraneo a vedere “alla pompa”, ma alle navi il gasolio a bassissimo tenore di zolfo.

Saras, come ha riportato l’agenzia Reuters alcuni giorni fa, sta costruendo un nuovo terminale destinato a rifornire le navi con il gasolio ultrapulito. La scelta di Saras, che già oggi estrae gasolio anche a bassissimo tenore di zolfo, è stata fatta anticipando le scelte che dal 2020 cambieranno il mondo dei traffici marittimi. A quella data, e difficilmente ci sarà un nuovo lungo rinvio, tutte le navi che oggi viaggiano a gasolio con una percentuale di 3,5 di zolfo, dovranno usare nei loro motori gasolio a 0,5; la scelta dell’Imo, l’organizzazione marittima internazionale è stata presa per rendere il mare più pulito e ridurre l’inquinamento da zolfo. Le navi, tutte, dai pescherecci alle superportacontainer hanno davanti a loro tre strade: cambiare i motori (costosissimo), inserire nei motori sistemi che filtrano lo zolfo (costoso), comprare da subito gasolio a bassissimo tenore di zolfo. In tutto il Mediterraneo oggi chi vuole rifornirsi di gasolio più pulito può andare a Malta, ma come ha detto a Reuters lo stesso amministratore delegato di Saras Dario Scaffardi, «lì il prodotto non è puro, va mischiato; noi da questo punto di vista lo produciamo senza quei problemi». Nessuna notizia sul valore dell’investimento, definito da Scaffarsi “piccolo”, che però dovrebbe da subito mettere in vendita poco più di mezzo milione di tonnellate l’anno di gasolio ultrapulito. «È un nuovo settore, dobbiamo essere pronti ad adattarci alle necessità del mercato».

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