La Nuova Sardegna

Il paradosso del protocollo d’intesa

Il paradosso del protocollo d’intesa

L’ex sindaco Carrus e la direttrice Damiani lo interpretano in maniera opposta

18 novembre 2018
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CABRAS. L’ex sindaco non ci sta. È stato lui a firmare l’unico documento in cui è scritto il futuro dei giganti di Mont’e Prama ma Cristiano Carrus non sente alcuna responsabilità. Anzi. L’ex primo cittadino preferisce mettere a referto quello che ha fatto per Mont’e Prama nei dieci anni consecutivi in cui ha amministrato la cittadina lagunare: «Quello ottenuto in 10 anni è frutto di lotte difficilissime. Io su Mont’e Prama non ho mai fatto sconti a nessuno, neanche alla mia parte politica. I finanziamenti per il museo e i lavori nella struttura sono fondamentali, per cui non penso che qualche funzionario ministeriale possa evitare il rientro delle statue a Cabras, anche perché il ministero allora dovrà spiegherà perché hanno finanziato 5milioni per ampliare il museo. Poi, Carrus, ha riassunto la cronistoria del suo impegno per Mont’e Prama senza escludere la firma del protocollo d’intesa, definendo il documento come quello che ha “stabilito il rientro delle statue a Cabras”. Un punto di vista che sembra cozzare con i principi sottoscritti nel 2011 su cui, anche ieri, la direttrice del Polo museale della Sardegna – l’organismo ministeriale che coordina i musei della Sardegna – ha ribadito il suo punto di vista che sembrerebbe molto distante da quello dell’ex primo cittadino di Cabras. La dottoressa Giovanna Damiani ha citato lo stesso documento per dire che “un’ampia esposizione delle statue rimarrà a Cagliari, come previsto dal protocollo d’intesa”. A meno che non esistano due versioni differenti dello stesso documento, è probabile che qualcuno abbia frainteso i contenuti del testo firmato sette anni fa. Intanto Cabras incassa la solidarietà di Sassari e del suo primo cittadino, Nicola Sanna: «Cabras è la casa dei Giganti. Sassari è stata orgogliosa di accogliere, nel Centro di Li Punti, il progetto di restauro del complesso scultoreo di Mont’e Prama. Ma la loro naturale destinazione non può che essere quella del territorio nel quale le statue sono state rinvenute. Se i Giganti continueranno a essere divisi – continua il sindaco – si perderà la possibilità di vedere riunito lo straordinario complesso monumentale in un’unica struttura. Aggiungo – conclude Sanna – che il Centro di restauro di Li Punti, unica struttura regionale con spazi e attrezzature adeguate, dovrebbe poter continuare a lavorare sui nuovi frammenti recentemente rinvenuti nel sito di Mont’e Prama». (c.z.)

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